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Il volontariato torni alle origini

«Il lavoro è un’altra cosa, la gratuità va difesa», spiega la senatrice Magistrelli

di Redazione

Promuovere il volontariato salvaguardandone la specificità e i caratteri distintivi rispetto al terzo settore. È questa l?ispirazione di fondo del disegno di legge di riforma della legge sul volontariato presentato dai suoi primi firmatari, i senatori dell?Ulivo Magistrelli e Tiziano Treu. «Abbiamo voluto riportare il volontariato alle origini, e quindi alla gratuità», spiega a Vita Marina Magistrelli.

La distinzione fra lavoratori retribuiti e volontari (i primi non possono mai essere più dei secondi), l?obbligo di rendicontare gli eventuali rimborsi, la possibilità di stipendiare i responsabili nazionali, paiono scelte a favore di una maggior trasparenza: «In talune posizioni», commenta Magistrelli, «crediamo sia utile poter svolgere il proprio mandato mettendosi, ad esempio, in aspettativa e percependo uno stipendio dall?organizzazione che si rappresenta. Ma questo è limitato a pochi casi. D?altro canto istituiamo l?obbligo di rendicontare eventuali rimborsi ai volontari: dietro di essi qualcuno potrebbe nascondere un piccolo stipendio».

Poi c?è il coinvolgimento delle imprese: se l?azienda sarà d?accordo, il lavoratore -volontario potrà godere di una maggiore flessibilità d?orario.

Altre proposte. Si va dall?introduzione del Registro nazionale del volontariato ad alcune agevolazioni fiscali, dall?Osservatorio del volontariato (composto da 25 membri,dieci in rappresentanza di organizzazioni a carattere nazionale) al ripensamento dei Centri servizi per il volontariato, fino all?istituzione di un Fondo per il volontariato di dieci milioni (da finanziare utilizzando le vincite non riscosse dei concorsi e delle lotterie).

Da segnalare anche l?introduzione di controlli e la possibilità di sanzioni: «Abbiamo inserito un articolo nel quale si precisa che vanno sanzionate tutte le realtà che non sono a regime. Le sanzioni saranno poi stabilite da leggi regionali».


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