Non profit

Cinque per mille/Sclerosi multipla. Le oltre 125mila firme per Aism e Fism

L’Associazione italiana sclerosi multipla, assieme alla sua fondazione. ottiene dal 5 per mille 2006 il doppio dei fondi con cui ogni anno finanziava ricerche contro la malattia...

di Sara De Carli

Fare i conti è stato un pelo più difficile, ma alla fine il risultato è di tutto rilievo. La doppietta Aism-Fism (l?Associazione italiana sclerosi multipla e la sua fondazione) ha messo insieme 125.186 preferenze: un dato che le garantisce un posto in vetta nella categoria ?ricerca scientifica?, seconda solo ad Airc. 81mila preferenze sono andate alla Fism come ente di ricerca scientifica, 35mila alla Fism come onlus e 8mila ad Aism: per un errore del ministero, infatti, nella corsa del 5 per mille la Fism è partita come onlus e solo da un certo momento ha ottenuto di stare nel registro della ricerca scientifica. In più c?è Aism, l?associazione, che però ha scelto fin dall?inizio di restare nelle retrovie per favorire la Fism e la ricerca.

«L?indicazione è emersa in modo preciso dalla nostra base, dai soci e dai volontari delle sezioni territoriali di Aism», spiega Antonella Moretti, direttore operativo di Aism. «Ricerca e servizi sono due bisogni complementari, i fondi servono sempre per entrambe le cose, però la ricerca è la speranza di domani, è da lì che può venire un mondo senza più sclerosi multipla. Ed è un settore dove la carenza di fondi si sente tantissimo». La Fism finanzia il 70% della ricerca scientifica italiana sulla sclerosi multipla: in dodici anni ci ha messo 15 milioni di euro. Dall?anno scorso, poi, dice la Moretti «abbiamo alzato il nostro impegno nella ricerca a un minimo di 1,5 milioni di euro all?anno. I nostri criteri sono molto selettivi ma ciò nonostante, per mancanza di disponibilità economica, ogni anno siamo costretti a escludere un certo numero di progetti meritevoli. Il 5 per mille, soprattutto se sarà reso stabile, sarà un polmone fondamentale per sostenere progetti a medio/lungo temine».

Se l?obiettivo è questo, come ha fatto il duo Aism-Fism a conquistare 125mila preferenze? Tra soci e donatori si contano 250mila nominativi: in pratica uno su due ha confermato la propria fedeltà all?associazione anche in sede di dichiarazione dei redditi. Di advertising spinto non ne hanno fatto: «La prima volta era un salto nel buio, la nostra politica è di non fare mai investimenti che possono provocare perdite», confessa la Moretti. «Abbiamo fatto un investimento oculato, ponderato, su target selezionati: i nostri donatori, i soci, il nostro sito, che conta 873mila visite all?anno. Abbiamo coinvolto a tappeto i nostri volontari e ne abbiamo parlato ogni volta che abbiamo potuto, accompagnando con l?informazione sul 5 per mille ogni iniziativa dell?associazione, in modo da utilizzare al meglio strumenti comunicativi già programmati. In più abbiamo fatto solamente due azioni da manuale: commercialisti e Caf. Direi che ha funzionato».

Ha funzionato la campagna e ha funzionato lo strumento, e non solo per chi i soldi li incassa: «Il governo ora non può ignorare la valutazione positiva che il cittadino italiano ha dato di questo strumento», sottolinea la Moretti. Anche per questo le prossime comunicazioni saranno centrate sui progetti messi in campo grazie al 5 per mille targato 2006, che porta in casa Aism-Fism più di 3 milioni di euro: spiegare come questi soldi hanno fatto la differenza. Queste le strategie di investimento: «Punteremo su due filoni. Da un lato il progetto Costruisci una carriera, che finanzia per tre anni ricercatori senior che rientrano dall?estero o che passano da un centro di ricerca a uno di eccellenza: stipendio, attrezzature, tutto ciò che serve a sviluppare il progetto. Dall?altra parte finanzieremo progetti di ricerca realizzati in collaborazione da più centri di eccellenza specializzati nella sclerosi multipla, programmi complessi che richiedono moltissime risorse».

Molto entusiasmo, ma come sempre quando si parla di ricerca si mettono anche le mani avanti: nemmeno il 5 per mille farà i miracoli. «Avere più fondi non garantisce di avere risultati più immediati: permette di avviare più progetti e soprattutto di puntare sui più complessi, quelli dei gruppi di eccellenza, che fino a ieri ci erano preclusi».


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