Famiglia

Servizio civile, la longa manus delle regioni

Quest’anno per la prima volta il 35% dei progetti è stato valutato a livello locale. Una novità che ha permesso agli enti pubblici di non soffrire i tagli subiti dalle associazioni...

di Stefano Arduini

Se la sono cantata e, poi, se la sono anche suonata. Lontano da sguardi indiscreti le Regioni, a cui quest?anno è stata affidata la gestione (valutazione dei progetti compresa) del 35% del sistema del servizio civile, hanno scelto, in moltissimi casi, di utilizzare pro domo loro i fondi trasferiti dall?Ufficio nazionale. Almeno questo è quanto risulta dall?elaborazione delle graduatorie stilata da Giorgio Pagano, segretario dell?associazione radicale Esperanto, ente di quarto livello registrato nell?albo del Lazio, che quest?anno non si vedrà finanziare nemmeno un volontario. Il caso più clamoroso però riguarda le Marche, guidate dal governatore Gian Mario Spacca. Qui gli enti pubblici (a cui vengono sommate le cooperative), hanno registrato tassi di approvazione bulgari. Il 98% dei progetti finanziati infatti ha riguardato Province, Comuni, Asl. Addirittura il progetto primo classificato, Mappa dei rischi idrogeologici, controllo ed evoluzione dei fenomeni, elaborato dalla Provincia di Pesaro e Urbino, ha ottenuto la valutazione record di 94 punti. Gli unici due enti privati entrati in graduatoria sono quindi la Fondazione Grimani Buttari (21esima) e due proposte dell?Associazione di volontariato Marche finanziati per il rotto della cuffia al 28esimo e 29esimo posto, gli ultimi due disponibili.

Per lo meno sbilanciata anche la classifica lucana. In Basilicata gli enti pubblici si sono assicurati il 92% dei progetti messi a bando. Sul terzo gradino del podio il Piemonte, che si è tenuto in casa 131 progetti su 146 (pari al 90%). Tirando le somme fra le Regioni italiane (esclusa la Sicilia, la cui gestione del bando 2007 è stata appannaggio dell?Ufficio nazionale) solo nella Provincia autonoma di Trento gli enti pubblici non hanno superato la soglia del 50%. «Siamo di fronte all?ultimo capitolo della Casta», ruggisce Pagano, evocando il best seller di Antonio Stella e Sergio Rizzo. Più cauto, ma altrettanto scontento il numero uno della Cnesc – Conferenza nazionale enti di servizio civile, Fausto Casini: «Questi dati sono allarmanti, stiamo andando verso una concezione del servizio civile come stampella del welfare». La partita con le Regioni è ancora aperta. L?anno prossimo infatti anche la Sicilia entrerà a pieno titolo nel sistema. «Già sento dire che dal 2008 le risorse per le Regioni saranno elevate al 50% del totale. Su questo daremo battaglia», giura Casini.

Il bubbone rischia però di scoppiare già nei prossimi giorni. Il numero degli enti che hanno richiesto l?accesso agli atti sui criteri con cui sono stati valutati i progetti del bando 2007 si sta ingrandendo ora dopo ora. Il ricorso al Tar è tutt?altro che un?ipotesi lontana, così come l?eventualità che il giudice sospenda il bando in corso, «la via più agevole sarebbe quella di formulare un bando straordinario che recuperi quante più posizioni possibile, in ogni caso noi andremo sino in fondo». Anche perché «a noi hanno chiesto di stringere la cinghia», nota ancora il presidente della Cnesc, «mentre le Regioni con la quota del 35% si sono assicurate sin dal principio la copertura di un numero di avvii pari a quello dell?anno precedente», conclude Casini.

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