Politica

Riuscira’ il signor W…/Il tempo delle scelte e non delle evocazioni

Toccherà a Veltroni dare il tratto distintivo al partito che nasce. E quindi dovrà dire la sua su famiglia, sistema elettorale, sussidiarietà...a cura di, Luigi Bobba

di Redazione

Saper unire e contaminare mondi, culture e persone diverse: questo il miglior talento del probabile futuro leader del Partito democratico. Con tratto leggero, moderno, convincente e mediaticamente accattivante, Walter Veltroni è riuscito a diventare un personaggio politico riconoscibile e riconosciuto, capace di parlare a generazioni diverse, a culture e mondi distanti, ai ceti popolari come alle élites. Insomma, in una parola al Paese.

Ma questo ecumenismo inclusivo, questa immagine insieme levigata e familiare saranno risorse decisive per il nuovo ruolo per cui Veltroni si appresta a correre? Riconosciamolo: oggi per il progetto del Pd che rischiava di implodere, sono una vera manna caduta dal Campidoglio. Ma domani, nella costruzione quotidiana della nuova forza politica, saranno ancora una risorsa o diventeranno perfino un ostacolo,un inciampo? Il dubbio è legittimo specialmente dopo i primi due segnali arrivati in questi giorni : la visita a Barbiana e l?incoronazione (non richiesta) da parte di Bertinotti .

La prima è sembrata quasi un remake dell?«I care» scelto come linea guida del congresso dei Ds quando Veltroni era segretario, un omaggio perfino un po? scontato a certo cattolicesimo progressista. O forse un battesimo sul campo per il vice, Dario Franceschini, esponente di quello che si chiama cattolicesimo democratico. La seconda – l?investitura per bocca del presidente della Camera come miglior leader dell?Unione -, certo conferma la capacità di Veltroni di parlare al cuore della sinistra anche quella più radicale, ma apre un serio interrogativo se questo debba essere il tratto distintivo del nuovo leader del Pd; e, ancor di più, se l?Unione debba essere l?unica alleanza politica possibile per il futuro centrosinistra.

Ora per Veltroni viene il tempo delle scelte. Innanzitutto nel rapporto con il variegato mondo cattolico dove c?è una sensibilità popolare diffusa sui grandi temi della vita e della morte, della famiglia e della difesa dei più deboli, dell?immigrazione e della promozione della pace, che non si fa catturare dalla pura e semplice evocazione di uno straordinario prete, di un grande educatore come fu don Milani; né si sente pienamente rappresentata dall?annunciato ticket con Franceschini che, finora, non sembra aver avuto una particolare attenzione per quei temi che hanno segnato anche di recente la presenza pubblica dei cattolici in Italia.

Viene il tempo delle scelte nel campo economico in un Paese dove la rendita immobiliare e finanziaria gode di un regime di tassazione molto più favorevole di chi produce ricchezza con il lavoro o facendo impresa e dove spesso il rischio e la responsabilità non hanno piena cittadinanza.

Viene il tempo delle scelte nei confronti delle famiglie e in particolare di quei dieci milioni di famiglie con figli minori oggi ingiustamente penalizzate anziché essere sostenute e promosse nel loro compito fondamentale di mettere al mondo e far crescere i figli dell?Italia di domani. E il silenzio di Veltroni sul Family day non è certo un segnale incoraggiante.

Viene il tempo delle scelte sul sistema elettorale fra chi vuole l?elezione diretta del premier (il sindaco d?Italia, sponsorizzato dallo stesso Veltroni) che finirebbe per confermare un bipolarismo rigido e muscolare; e chi propende per un bipolarismo mite, una competizione politica sul centro e un sistema elettorale che equilibri governabilità e rappresentanza di un Paese plurale.

Viene il tempo delle scelte fra uno statalismo onnivoro che finisce per risucchiare nella sua orbita anche le migliori energie del terzo settore e un modello di amministrazione pubblica che riconosca e valorizzi le autonomie sociali, la sussidiarietà, in primo luogo quella fiscale e il pluralismo dei corpi intermedi.

Il viaggio del Pd è incominciato, ma non è chiaro ancora cosa mettere di essenziale nella bisaccia, quali saranno i compagni di viaggio e, soprattutto, qual è la meta finale.

Chi guida la carovana non può sottrarsi a questo compito.


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