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African psycho

Il giovane romanziere congolese, Alain Mabanckou, illustra con spietata ironia le derive dell’immaginario collettivo africano

di Joshua Massarenti

African psycho
di Alain Mabanckou
Morellini editore, pp. 164, euro 17,90

La colonizzazione non è solo questione territoriale. In Africa, l?incontro con l?Occidente ha prodotto danni irreparabili anche sul piano mentale e comportamentale. A illustrarci con spietata ironia le derive dell?immaginario collettivo africano è un giovane romanziere congolese, Alain Mabanckou, trapiantato negli Stati Uniti dove insegna letteratura all?università del Michigan. Il protagonista del suo ultimo romanzo si chiama Grégoire Nakobomayo, un serial killer sgangherato cresciuto tra le macerie sociali di una fantomatica città industriale in cui spadroneggia il peggio dei valori occidentali, veicolato dal tubo catodico. «In Africa i ragazzi imparano tutto del mondo attraverso la tv», con il rischio che da grandi facciano la fine di Grégoire, pronto a tutto pur di sfondare e diventare così qualcuno nella vita.

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