Cultura

Metà dei romani a rischio analfabetismo

A Roma il 53% della popolazione e' a ''rischio alfabetico'. La denuncia e' dell'Unione Nazionale Lotta contro l'Analfabetismo

di Redazione

A Roma il 53% della popolazione e’ a ”rischio alfabetico”. La maggior parte dei romani non se la cava bene a leggere, scrivere e fare di conto. A denunciare la mancata istruzione degli abitanti della capitale e’ l’Unione Nazionale Lotta contro l’Analfabetismo (Unla), all’interno del convegno nazionale in corso da ieri a Roma, in occasione dei suoi 60 anni di attivita’. A fare il punto sulle realta’ locali della penisola, le relazioni dei Delegati regionali che concludono oggi l’incontro. Dai dati ribaditi dall’Unla non esce dunque bene la citta’ di Roma. Sul totale della popolazione rilevata della capitale (2.580.003 cittadini), risulta che ben il 53% e’ a ”rischio alfabetico”.
Di questi, la fascia piu’ ampia e’ composta da quanti hanno solo la licenza elementare (16%, ovvero 413.262) e da quanti non hanno alcun titolo di studio (11,8%, ovvero 303.288 cittadini); entrambi le categorie rientrano di fatto nella definizione di analfabeti. Percentuale alta anche per i romani che hanno ottenuto il diploma di scuola media, titolo non certo adatto alle sfide della societa’ in cui viviamo, che costituiscono addirittura il 25,1% dei cosiddetti romani a ”rischio alfabetico”.
Vale a dire che, secondo una classica assunzione dell’Unesco , 1.363.198 romani “non sono in grado di leggere e riassumere un breve documento di tipo giornalistico e orientarsi al minimo sui complessi impulsi della societa’ della conoscenza del nostro tempo”, come afferma Saverio Avveduto, presidente Unla.
Inoltre, nel serbatoio degli analfabeti, i romani che sono «fuori» dalla Costituzione (solo con licenza elementare o senza alcun titolo: 716.550) in totale sono superiori a quelli «osservanti» della norma degli otto anni di scolarita’ obbligatoria (646.648). E si tenga conto che l’obbligo scolastico costituzionale di otto anni e’ operativo da almeno due generazioni, ora esteso anche ai sedicenni.

“A questi romani educativamente ‘sommersi’, per usare una definizione cara a Primo Levi – come spiega Avveduto – fa riscontro una percentuale inferiore di ”salvati” (47,10%, ovvero 1.216.805), cioe’ di romani con titolo di studio superiore all’obbligo”. Tra questi, i laureati sono 315.013, ovvero il 12,2%; i possessori del diploma di maturita’ il 31,2% (805.782); e con il dottorato di ricerca 8.576: solo lo 0,3%.

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