Famiglia

Social Forum: i leader dell’Ulivo il giorno dopo

Fassino: Al corteo c'era gente che non ha speso una parola per renderlo possibile Rutelli: Dobbiamo riuscire a dialogare

di Redazione

Fassino”Andare di persona al corteo avrebbe significato metterci il cappello sopra, impadronirsene, identificarsi con esso. Si ricordi che fino a 10 giorni fa il Forum rischiava di infilarsi in una spirale di recriminazioni e accuse reciproche con un premier che annunciava ”inevitabili devastazioni”. Ci si era avviati sulla strada che porto’ a Genova. Se questo non e’ avvenuto e’ perche’ qualcuno ha lavorato affinche’ non avvenisse. Merito del movimento, degli amministratori locali, delle forze dell’ordine, ma anche merito di chi come me si e’ assunto le sue responsabilita”’. E’ il passaggio centrale delle interviste del segretario dei Ds, Piero Fassino, a LA STAMPA e L’UNITA’ sul Social Forum. ”Meta’ del sistema politico italiano voleva spostare il Forum – continua Fassino -. Al corteo c’era gente che nei giorni scorsi non ha speso una parola per renderlo possibile. Non faccio polemiche personali (con Sergio Cofferati ndr). Faccio solo notare che io ho reso possibile il corteo ed ero li’ rappresentato da migliaia di iscritti Ds”. ”Il mio partito deve parlare anche a tutti quelli che a Firenze non c’erano e guardano al movimento con disagio. (…) Non pretendo che Bertinotti e Gino Strada la pensino come me. Li rispetto e discuto con loro. (…) Condivido totalmente l’intervista di Prodi a La Stampa. Sono convito che questo sia un movimento di straordinario interesse”. Rutelli”Lo so che, a differenza di Genova, stavolta non c’era da difendere Bush. Ma il fatto che la violenza sia stata tenuta fuori da Firenze e’ un successo per tutti. E in primo luogo dei riformisti come me. (…) Penso che almeno per un lungo periodo (i partiti e il movimento no global ndr) dovranno imparare a convivere restando separati. Il Sessantotto e’ lontano. Quel movimento aveva una formidabile adesione collettiva, questo e’ il movimento di tantissimi individui”. Sono i primi passaggi dell’intervista del leader della Margherita Francesco Rutelli al CORRIERE DELLA SERA. ”Il problema dei riformisti non e’ far propria questa cultura e queste parole d’ordine, e’ riuscire ad aprire un dialogo. (…) Io non sono ne’ antiamericano ne’ anticapitalista ne’ avverso la globalizzazione. Pero’ senza questa spinta critica il mio riformismo non avrebbe senso”.


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