Cultura

Così la guerra di civiltà sta stritolando i cristiani in medioriente

Salviamo i cristiani del Medio Oriente. Con questo slogan è stata indetta per il 4 luglio, a Roma, una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica... a cura di, Lucio Brunelli*

di Redazione

Salviamo i cristiani del Medio Oriente. Con questo slogan è stata indetta per il 4 luglio, a Roma, una manifestazione per sensibilizzare l?opinione pubblica sulla tragica situazione delle comunità cristiane nel mondo arabo e protestare contro la mancanza di libertà religiosa nei regimi islamici. A lanciare l?idea Magdi Allam, sulla prima pagina del Corriere della sera, il 13 giugno. Il quotidiano cattolico Avvenire l?ha subito sponsorizzata. Un Manifesto di adesione è stato firmato da politici e giornalisti.

Chi ha avuto l?opportunità di conoscere da vicino la condizione delle minoranze arabo-cristiane – così poco note in Occidente – non può che rallegrarsi di ogni iniziativa che si prefigga di aiutarle. Ma ci sono alcune cose che non convincono nel Manifesto dei promotori della manifestazione. Alcuni, anzi troppi ?silenzi?. Viene citato il caso dei cristiani in Iraq. è vero, la loro vita è diventata un inferno.

Il caso della Siria…
Sono stato in Siria, recentemente, per realizzare un documentario, e ho parlato con decine e decine di cristiani in fuga dall?Iraq. Nel caos in cui è precipitato il paese sono diventati il bersaglio più indifeso delle varie milizie armate, dei gruppi islamici più violenti e integralisti. Monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, responsabile dell?accoglienza dei profughi cristiani, prevede che entro pochi anni non ci sarà più un cristiano a Bagdad. E aggiunge, quasi arrossendo (perché è una verità molto amara), che tutti i cristiani della venerata terra di Abramo ormai rimpiangono i tempi di Saddam Hussein.

Ecco una verità che Magdi Allam e il suo Manifesto preferiscono tacere: i guai per i cristiani iracheni sono iniziati quando gli americani hanno ?liberato? l?Iraq. Provate a parlarci, ad ascoltare le loro storie: vi diranno tutti la stessa cosa. Esito paradossale di una guerra giustificata con l?ideologia – apprezzata a suo tempo da alcuni dei promotori della manifestazione dell?esportazione della democrazia con le armi.

Ci sono altri silenzi nel Manifesto di Allam. Si accenna fugacemente alla minoranza cristiana in Siria, dando cifre sballate (i cristiani non sono il 7 per cento, sono fra il 10 e il 12 per cento della popolazione) ma soprattutto omettendo due imbarazzanti verità. Primo, alle comunità cattoliche dello ?stato-canaglia? è garantito uno degli statuti più tolleranti in tutto il mondo arabo. Secondo, i cristiani siriani hanno vissuto un solo incubo negli ultimi anni: un intervento militare americano anti-Assad, con le stesse catastrofiche conseguenze di quello iracheno.

… e quello della Palestina
Sono dati di fatto antipatici, sgradevoli forse, ma sono dati di fatto. Nel Manifesto di Allam non poteva mancare una menzione dell?esodo drammatico dei cristiani della Terra santa. Ma anche qui, si racconta solo un pezzo di realtà. Dando l?impressione che la fuga dei cristiani sia tutta e solo dovuta alla crescita del fondamentalismo islamico. Fenomeno purtroppo in espansione nei territori palestinesi e sicuramente allarmante. Ma basta aver parlato qualche volta con gli arabi cristiani di Betlemme, Nazareth o Gerusalemme per rendersi conto che la realtà è molto più complessa.

Essi sono e si sentono palestinesi, condividono l?aspirazione della loro gente ad avere una patria. Soffrono come tutti, da decenni, la situazione di guerra e le restrizioni imposte da Israele ai territori palestinesi: molti di loro sono piccoli commercianti che vivono del turismo religioso, la drastica riduzione dei pellegrinaggi li ha penalizzati più di altri sul piano economico. Ora, in più, sono esposti anche al fanatismo islamista che nelle situazioni di frustrazione e caos trova un terreno di crescita favorevole.

Saggiamente i Papi hanno sempre unito la preoccupazione per la sorte dei cristiani con l?esigenza di una soluzione giusta e duratura alla questione palestinese. Non lo scontro ideologico ma la pacificazione della Terra Santa e della intera regione è la via da seguire se si vogliono salvare, davvero, i cristiani del Medio Oriente.

Lucio Brunelli – vaticanista del Tg2

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