Salute
A Ragusa, tutti in fila a donare
Mentre tutto il Sud è agli ultimi posti, qui ci sono numeri eccezionali. Come si spiega questo fenomeno? Sentite...
La migliore è al Sud. E non è una lista nera. Stiamo parlando della provincia di Ragusa, leader inarrivabile della donazione del sangue. Quasi 56 abitanti su mille, ben dieci più della seconda, che è Firenze. Un record che va avanti da tempo ma che ancora sorprende, vedasi Mappe del tesoro di Roberto Cartocci, l?ultima uscita in libreria sul tema ?capitale sociale?, ossia l?impegno dei cittadini verso la società. Nei quattro indicatori del libro (partecipazione elettorale, diffusione dei quotidiani, attività sportiva e, appunto, donatori di sangue) il Nord trionfa quasi ovunque. Quasi, perché c?è Ragusa, il forziere dell?Avis, che ha sedi in 16 Comuni, un efficiente sito web, e nel capoluogo il Centro trasfusionale più grande di tutto il territorio nazionale, da dove attinge sangue gran parte della Sicilia.
La metà del fabbisogno regionale, infatti, viene coperto proprio da Ragusa. «Il nostro primato parte da lontano», dice Vittorio Schininà, infermiere in pensione e pioniere dell?Avis ragusana, che nel 2008 festeggia il trentennale della nascita. «Grazie all?opera di sensibilizzazione portata avanti da un gruppo di volontari nelle scuole e in tutti i luoghi frequentati dai giovani», aggiunge, «oggi ci ritroviamo donatori che abbiamo contattato e controllato quando erano in terza elementare».
Una ventina d?anni fa, quando il sangue ancora si vendeva, anche a Ragusa c?era la fila di parenti e amici pronti a donare, e in loro carenza arrivavano i venditori. Se li ricorda bene il dottor Pietro Bonomo, direttore sanitario del Centro trasfusionale: «La legge allora consentiva l?acquisto del sangue e io pagavo anche l?ultimo arrivato perché c?era emergenza», dice il dottore, «ora i tempi sono cambiati, dal 1990 chi vende sangue rischia l?arresto». In tempi come quelli odierni, in cui donare il proprio sangue è ?solo? una nobile virtù, Ragusa risplende di altruismo. «Scuole, bar, cinema, pubblicità sui media, iniziative sportive e culturali, tutto va bene per noi se incentiva le donazioni», dice Bonomo.
E se la provincia ragusana ha una media che è il doppio di quella della propria regione e superiore anche a quella della pluridecorata Lombardia, il merito va anche ai piccoli centri, dove tutto avviene tramite passaparola. Giarratana, ad esempio, con i suoi 3mila abitanti è un caso unico in Italia. Qui l?Avis fa l?en plein: tutti i 700 adulti idonei (esclusi quindi anziani, malati e bambini) sono donatori. Secondo i dati Oms, che parlano di una media di due donatori su 100 abitanti, a Giarratana dovrebbero essere 60. Invece, sono 12 volte tanto. Complimenti.
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