Non profit

Tante scelte, tanti soldi: ogni firma vale (circa) 25 euro

Ma in soldoni, quanto arriverà alla mia associazione? Sono in tanti a farsi questa domanda, in questi giorni di smaltita sbornia da elenchi, e in tanti a chiederlo alla nostra redazione...

di Gabriella Meroni

Ma in soldoni, quanto arriverà alla mia associazione? Sono in tanti a farsi questa domanda, in questi giorni di smaltita sbornia da elenchi, e in tanti a chiederlo alla nostra redazione. Le organizzazioni beneficiarie del 5 per mille vogliono capire su quante entrate potranno contare.

Ma come fare a determinarlo? Come calcolare il ?5 per mille medio? del contribuente italiano? C?è qualcuno che ha tentato l?impresa, ed è Carlo Mazzini, uno dei nostri espertidi terzo settore, che ha ragionato così: posto che il gettito Irpef 2006, secondo le stime della Finanziaria, sia di 131,9 miliardi di euro, se tutti i contribuenti avessero optato per il 5 per mille, il gettito sarebbe stato di 659,5 milioni di euro. Visto però che ?solo? 6 contribuenti su 10 hanno l?hanno scelto, il gettito effettivo è stato di 396,16 milioni di euro. Ipotizzando – continua Mazzini – che tutti i contribuenti abbiano prodotto e denunciato lo stesso reddito, e quindi abbiano pagato la stessa Irpef, essendo 15,854 milioni coloro che hanno optato per il 5 per mille, il valore versato da ogni contribuente è di circa 25 euro. Ecco dunque il sospirato coefficiente: per avere un?idea di quanto si incasserà, tocca quindi moltiplicare ogni singola firma per 25 euro. Esempio: l?associazione X ha ottenuto 100 firme? Le arriveranno 2.500 euro. L?Airc, primo ente beneficiario con ben 931.694 firme, avrà poco meno di 23,3 milioni di euro.

Ma non è finita: resta da calcolare il ?peso? delle scelte senza preferenza, cioè senza codice fiscale. Molti italiani, infatti, hanno sì firmato nel riquadro del 5 per mille, ma senza indicare un ente preferito. Quelle firme non vanno perdute, ma vengono ripartire proporzionalmente tra le organizzazioni che invece sono state deliberatamente scelte. È ancora Carlo Mazzini a venirci in aiuto (si vedano i particolari sul sito www.quinonprofit.it), eseguendo una serie di proporzioni che l?hanno portato al seguente teorema : le organizzazioni dell?elenco onlus devono aggiungere 9,4 preferenze ogni 100 espresse a loro favore; quelle dell?elenco ricerca scientifica, 76 ogni 100; quelle della ricerca sanitaria, 233 ogni 100. I numeri si spiegano considerando che solo l?8,5% di chi ha scelto l?elenco onlus non ha indicato preferenze, mentre per l?elenco della ricerca scientifica ben il 43,3% dei contribuenti ha firmato senza indicare alcun codice fiscale, un dato che sale al 70% per le organizzazioni della ricerca sanitaria. Chi più ha ricevuto, dunque, avrà ancora di più.


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