Famiglia

Disabili e pensione di reversibilità, la Baio Dossi dà la sveglia

Il ddl è stato assegnato alla Commissione Lavoro del Senato un anno fa, ma l'esame non è mai partito

di Sara De Carli

Il ddl 488 sul diritto alla reversibilità della pensione da parte di figli inabili che lavorano è fermo ai blocchi di partenza dal 14 giugno 2006, quando è stato assegnato alla Commissione Lavoro. Da allora non ha fatto neanche un passo avanti. I responsabili delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Finanze e Sanità, cui è stato chiesto un parere, non si sono mai fatti vivi.

Dopo un anno di attesa la senatrice Emanuela Baio Dossi, prima firmataria del ddl, ha scritto a tutti (Prodi incluso) per sollecitare l?inizio dei lavori. «Molti genitori oggi ostacolano l?inserimento lavorativo dei figli disabili, perché questo comporta perdere il diritto alla reversibilità della pensione. Invece tutti sappiamo quanto è importante, dal punto di vista dell?integrazione e dell?autonomia, che un disabile lavori», spiega la senatrice. «Tant?è che già oggi il disabile che lavora in una cooperativa di tipo B continua a percepire la pensione di reversibilità, proprio perché il lavoro è considerato prevalentemente come uno strumento terapeutico». A chi lavora nel privato, invece, non si capisce perché, la pensione viene tolta.

Il disegno di legge fissa un tetto massimo per avere diritto alla pensione di reversibilità: 19.748 euro lordi, incluso l?assegno di accompagnamento. In Italia sono 556mila le persone con disabilità iscritte alle liste di collocamento, e ogni anno vengono assunti 25mila disabili.


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