Cultura

Popolari: Cdo, Legacoop e Confapi contro riforma

Oggi a Milano, le tre organizzazioni hanno diramato un comunicato contro la trasformazione di queste banche in società per azioni

di Giampaolo Cerri

Compagnia delle opere, Legacoop e Confapi dicono no alla riforma delle Banche popolari. Oggi, a margine di un convegno sul tema ?Fondazioni e Banche Popolari, si disegna il futuro?,svoltosi a Milano, le tre organizzazioni hanno emesso un comunicato congiunto. ?Dopo aver attentamente”, recita il documento, “valutato i diversi progetti attualmente all?esame del Parlamento relativi alla trasformazione delle banche popolari in società per azioni di diritto speciale, le nostre Associazioni, congiuntamente, si dichiarano contrarie alla modifica dell?attuale forma giuridica delle banche cooperative ed in particolare all?ipotesi di riforma del meccanismo del voto capitario, che consente ad ogni socio di esprimere un voto in assemblea, qualsiasi sia il numero di azioni possedute e che rappresenta da sempre uno straordinario elemento di democrazia economica?. Firmatari: Danilo Broggi, presidente Apimilano e vicepresidente vicario Confapi, Massimo Ferlini, presidente Compagnia delle Opere di Milano e Vicepresidente nazionale e Guido Galardi, presidente della Lega Cooperative regionale, associazioni che insieme rappresentano a livello nazionale oltre 96mila imprese, con oltre 7.300mila tra addetti e soci. ?Ogni modifica di questo principio, infatti, renderebbe più facile la scalata delle banche popolari cooperative da parte di grandi gruppi bancari, per loro natura tradizionalmente più attenti al rapporto con le grandi imprese. Questo significherebbe per le piccole imprese e per le cooperative, su cui si fonda l?economia del nostro Paese, un ulteriore, inaccettabile, razionamento del credito che si tradurrebbe inevitabilmente in una limitazione allo sviluppo delle imprese che rappresentiamo?. ?Una ulteriore concentrazione bancaria ? hanno continuato Broggi, Ferlini e Galardi ? spezzerebbe il legame tra pmi e cooperative e banche popolari – il cui radicamento sul territorio ha consentito lo sviluppo delle economie locali – con conseguenze pesanti sull?intero sistema economico nazionale?. ?Per queste ragioni ? hanno concluso i tre presidenti ? siamo contrari alla modifica dell?attuale meccanismo del voto capitario, mentre siamo convinti che la via delle aggregazioni potrebbe essere perseguita anche attraverso forme di integrazione più graduali, per esempio attraverso il collegamento a forti strutture centrali?.


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