Famiglia

Vicenza, base occupata e pressione sulla municipalizzata

Blitz questa notte da parte di 400 attivisti contro la costruzione della seconda base. Aperta la rete, sono rimasti un'ora sulle piste. Lilliput visita la municipalizzata Aim, che invoca la privacy

di Daniele Biella

Era un’iniziativa simbolica, ma il messaggio è stato lanciato con forza. Poche ore dopo la tardiva ammissione dell’ambasciatore statunitense Spogli sull’avvio dei lavori per la costruzione della nuova base (era almeno una settimana che qualcosa si stava muovendo), 400 aderenti ai comitati No Dal Molin si sono prima radunati in un punto lungo la strada che costeggia l’aeroporto, poi, verso le 23, hanno aperto un varco nella rete di ferro e si sono introdotti nell’area militare, occupando la pista di volo.

Il sit-in è durano almeno un’ora, durante la quale non si sono registrati momenti di tensione. Le forze di polizia presenti, preallertate dagli stessi manifestanti, si sono limitate a osservare la scena. Una volta terminata l’occupazione, tutti a casa. Solo questa mattina dipendenti della municipalizzata Aim hanno chiuso il buco nella rete aperto dagli attivisti.

E proprio alla sede dell’Aim (Aziende industriali municipali) si sono recati i volontari di Rete Lilliput Vicenza, per avere informazioni sui lavori di posa cavi che vedono coinvolti la municipalizzata nelle zone limitrofe al Dal Molin. “Ci hanno finalmente ricevuti, ma non hanno risolto i nostri dubbi”, spiega a Vita il lillipuziano Pippo Magnaguagno. “Dei cinque grossi tubi che stanno posando, dicono di averne due in affidamento per propri lavori, mentre uno è del progetto Interroute 6 Dal Molin S.Antonino. Dei due restanti, hanno taciuto adducendo motivi di privacy”, continua Magnaguagno, “ovvero, i cittadini non possono sapere chi sta costruendo cosa sul loro terittorio: tutto questo è surreale”.

Dopo la visita di Lilliput all’Aim, alcuni consiglieri comunali contrari alla nuova base hanno già detto che faranno in quanto loro potere per arrivare a far luce sulla vicenda. “Si potrebbe andare per vie legali”, aggiunge Magnaguagno, “ma la situazione a Vicenza è già tesa di per sè, sarebbe azzardato aprire nuove dispute”. Lilliput, il presidio permanente e tutti gli aderenti al comitato No Dal Molin si troveranno questa sera per stabilire i prossimi passi.

“Bisogna tenere alta l’attenzione”, dice il lillipuziano, “anche perchè con gli esperti comunali stiamo facendo tuti i passi per arrivare al sospirato referendum”. Dopo un tentativo fallito un paio di mesi fa, questa potrebbe essere la volta buona. “Si sta valutando come porre la questione per rendere legittima la consultazione, senza uscire dalle competenze comunali”, conclude Magnaguagno, “gli esperti sono sottoposti a forti pressioni da più parti. Ma se arriva il nulla osta, il referendum potrebbe arrivare presto, a febbraio-marzo del prossimo anno”.

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