Cultura

Disabili e tempo libero a Milano, sul web il database

Presentati questa mattina i risultati della mappatura dei servizi su Milano e provincia, coordinata dall'Aias. 128 le organizzazioni censite, sparse su 66 comuni.

di Daniele Biella

Un lavoro da leoni travestiti da formiche. E’ quello che stanno facendo le decine di piccole organizzazioni, sparse su tutto il territorio di Milano e provincia, che si occupano di offrire servizi del tempo libero ai disabili.

Finalmente qualcuno è riuscito a censirle con una dettagliata mappatura, i cui risultati sono stati presentati questa mattina nel convegno Uscire Insieme, che si è tenuto a palazzo Isimbardi a Milano. Aias, Associazione italiana assistenza spastici e Provincia di Milano – Delega alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone con disabilità – sono i principali artefici della mappatura, che da oggi è consultabile nella sezione apposita Non più soli del sito della Provincia stessa.

“Il numero totale degli enti che abbiamo ‘scovato’ è 128, presenti in 66 dei 189 Comuni del territorio”, dice Stefano Fava, curatore della ricerca e responsabile servizio tempo libero dell’Aias di Milano, “si tratta di onlus, associazioni riconosciute, cooperative sociali o semplici gruppi aggregativi, con una media di 10-20 utenti ciascuno e un rapportoro volontari-operatori di dieci a uno”, continua Fava. “Sono 2588, infatti, i volontari impiegati, a fronte di 250 operatori, mentre 3205 sono le persone disabili che utilizzano i servizi di questi enti”.

Quali attività offrono le organizzazioni rilevate? “La tendenza è quella di uscire dalla sede molto più spesso di prima, quindi a intraprendere viaggi più o meno lunghi a seconda degli utenti”, continua il responsabile tempo libero Aias. Cinema, bar, supermercati, vacanze in montagna o al mare, queste le proposte. Due gli obiettivi, divertimento e socializzazione. “Il problema per molti sono gli scarsi finanziamenti”, aggiunge Fava, “si denota una certa mancanza di progettualità, gli unici introiti provengono da quote associative e donazioni, pochi hanno convenzioni con gli enti locali”.

Da oggi, comunque, il non profit milanese legato alla disabilità ha un nuovo importante riferimento. “E’ ancora un punto di partenza”, ammette Fava, “con, tuttavia, un pezzo di strada alle spalle, ovvero i 10-15 anni di media degli enti censiti”. Dello stesso avviso è Ombretta Fortunati, Consigliera provinciale delegata alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone con disabilità: “La mappatura è una prima fase del lavoro da svolgere, il prossimo passo è la lettura dei bisogni delle persone disabili”, dice la consigliera, “quello a cui si dovrebbe arrivare è un tavolo di confronto informale tra enti e istituzioni, per mettere in rete le esperienze e migliorare qualità e offerta”.

Il convegno, conclusosi dopo quattro ore intense di interventi, ha permesso di tracciare un quadro completo della situazione attuale legata ai servizi e all’accessibilità. Spazio è stato destinato alla presentazione di tre delle 128 organizzazioni censite: l’associazione Paolo Pini e la cooperativa sociale Il Fontanile di Milano, il progetto Valorevolontario attivo su Monza e Brianza.

Agli enti non profit e al loro esercito di volontari è stato riconosciuto il merito di essere l’elementi trainante della maggior parte dei servizi per disabili presenti sul territorio. “Il tempo libero delle persone affette da handicap è una materia che fino ad ora le istituzioni hanno trascurato”, ammette Fortunati alla folta platea presente alla sala affreschi di palazzo Isimbardi, “ma questa iniziativa vuole aiutare a cambiare le cose e contribuire a restituire loro il piacere di ‘uscire’ comune a tutti noi”.

“Tramite il tempo libero una persona disabile prende coscienza di sè, di chi gli sta intorno, e accresce la sua voglia di ‘partecipazione attiva’”, dice Marco Rasconi, presidente Uildm della sezione di Milano, affetto lui per primo da distrofia muscolare. “Si diventa così protagonisti e, perchè no, si cominciano a creare veri problemi”, continua Rasconi dosando la giusta dose di umorismo e serietà, “se una sera si esce in 50 tutti assieme, può succedere che una delle tante persone che parcheggia sui posti riservati o davanti alle rampe, la volta dopo prima di rifarlo ci pensa due volte”.


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