Non profit

Social Forum: la seconda giornata minuto per minuto

Seminari, Workshop, Conferenze e satira contro le polemiche sulla violenza dei new global. Bové aderisce alla campagna No Dumping

di Redazione

FIRENZE – Standing ovation stamattina per Vandana Shiva. L’attivista e’ arrivata al social forum direttamente dall’India dove, ha annunciato alla platea, proprio ieri e’ riuscita a bloccare il lancio sul mercato del primo prodotto indiano geneticamente modifcato. Durante il seminario a cui ha partecipato Vandana, intitolato “La cultura riduzionista e la sperimentazione animale”, si e’ dibattuto sulle tematiche legate al diritto alla vita e ai rischi per gli uomini e per l’ambiente, connessi alle manipolazioni genetiche. Tra i ralatori anche gli specialisti Gianni Tamino dell’Universita’ di Padova ed esponenti della comunita’ scientifica internazionale come Jean-Pierre Berlan e Claude Reiss. Vandana, che appena preso il microfono ha ironizzato sulle polemiche scoppiate in questi giorni dicendo “Non mi sento affatto insicura tra tanti terroristi”, ha sottolineato come la gran parte dei dati che le multinazionali forniscono a sostegno della necessita’ di portare i prodotti geneticamente modificati nel sud del mondo, siano assolutamente lontani dalla realta’. Qualche esempio? Il “golden rice”, geneticamente modificato, che dovrebbe prevenire problemi come la cecita’ nei bambini e risolvere problemi di malnutrtizione: “Perche’ faccia effetto i bambini dovrebbero mangiarne tre chili, privando tutto il resto della famiglia di un nutrimento fondamentale”. Altro seminario, altri interlocutori. “L’Europa messa in sicurezza? Controllo sociale repressione e diritti negati”. Tra i ralatori Eva Forest (Attivista dei Paesi baschi), Don Luigi Ciotti (Gruppo Abele), e Fatos Lubonja dell’Albania. Ed e’ Eva Forest che punta il dito sulla questione della messa al bando dell’Eta, il partito basco che lotta per l’indipendenza del proprio paese dalla Spagna. “Non si puo’ chiudere una realta’ politica che coinvolge 200mila persone. Luogi di ritrovo e discussione per cosi’ tanti cittadini. C’e’ il rischio che tutto cio’ sia in realta’ un segnale per cose peggiori: ridurre o impedire il luoghi di dissenso”. E Don Ciotti, prima criticato ad alta voce da un attivista al grido “basta coi preti” (zittitto immediatamente dai partecipanti accorsi), e’ stato ripetutamente acclamato quando ha detto “il tema della sicurezza e’ il nuovo killer. Se vogliamo parlare di sicurezza dobbiamo interpretarla come tutela, e allora si’, che vogliamo tutela. Tutela da una classe politica, ad esempio.” E ancora al Palazzo dei Congressi, vicino alla Fortezza dove si sta svolgendo il Social Forum, l’intervento atteso di Gino Strada di Emergency, di Sergio Marelli (presidente Associazioni Ong italiane), Luca de Fraia (Azione aiuto), I il Forum del Terzo settore. Incassata l’adesione di Jose’ Bove’ per la campagna No Dumping, le cartoline si sono presto esaurite. Ma si puo’ ancora partecipare online. La Fortezza da Basso e’ letteralmente invasa da persone. Ma non sempre gli slogan delle magliette che portano coincidono con i comportamenti personali. Qualche esempio? Nella grande sala Cavaniglia, dove si e’ da poco concluso un seminario sulle sfide ambientali del dopo Johannesburg, ci sono poco cestini e senza raccolta differenziata. Risultato: cestini strabordanti e belle parole cui non seguono i fatti. Legambiente si sta impegnando con piu’ di 200 volontari, coordinati da un team di dieci persone, ma l’afflusso al social Forum, tranquillo e costante, sta causando qualche difficolta’ organizzativa. Oltre 100 gli iscritti al Forum che oggi si sono offerti come volontari per svolgere le piu’ svariate mansioni. Hanno superato la centinaia anche ieri: per servizio d’ordine, traduzioni, informazioni e assistenza ai portatori di handicap. Attendendo uno dei fratelli Guzzanti che ha promesso di fare l’imitazione di Oriana Fallaci presso l’Ufficio stampa del Social forum, gli attivisti si preparano a seguire le ultime conferenze della giornata. Stanno per parlare Walden Bello e l’attivista siero positivo Zaki Achmat della Treatment Action Campaign.

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