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Sipri: Italia 8° per spese militari, 7° per export di armi

Con un incremento del 3,5% rispetto all'anno precedente le spese militari nel mondo nel 2006 hanno raggiunto i 1204 miliardi di dollari in valori correnti e 1158 miliardi di dollari ai valori costant

di Redazione

Unimondo ha reso noto in anteprima in Italia i primi dati del Rapporto Sipri 2007, l’autorevole Istituto di ricerca della pace di Stoccolma che oggi segnala come la spesa militare sia aumentata nel corso di 10 anni del 37% e registri a livello mondiale nell’ultimo anno un incremento da 173 a 184 dollari pro-capite.

Al primo posto permangono gli Stati Uniti che, per le operazioni militari in Afghanistan e Iraq hanno visto una crescita del budget militare che – ai valori costanti del 2005 – raggiunge i 538,7 miliardi di dollari e ricopre il 46% dell’intera spesa militare mondiale. “Un incremento che a partire dal 2001 ha contribuito al deterioramento dell’economia americana” – afferma il Sipri. Al seguito, come ormai da diversi anni, Gran Bretagna (59,2 miliardi di dollari), Francia (53,1 miliardi), Cina (49,5 miliardi), Giappone (43,7 miliardi), Germania (37 miliardi).

L’Italia, con 29,9 miliardi di dollari, scende all’ottavo posto nella graduatoria per spese militari complessive scavalcata dalla Russia (34,7 miliardi), ma con una spesa militare pro-capite che sale dai 468 dollari del 2005 ai 514 dollari del 2006, l’Italia supera per il terzo anno consecutivo la Germania (447 dollari pro-capite), mantenendo in questa graduatoria il settimo posto nel mondo. In generale, le spese militari segnano un incremento negli Stati Uniti, in Russia (del 12%) e in Cina, mentre sono diminuite nell’Europa occidentale e nell’America centrale.

Per quanto riguarda, invece, il commercio internazionale di armamenti convenzionali una nostra analisi sui dati del SIPRI mostra che sono i paesi dell’Unione europea i principali esportatori di armi il cui valore ? tra trasferimenti interni tra i vari membri dell’Ue e esportazioni extra-Ue ? raggiunge nel 2006 la cifra record di 10,5 miliardi di dollari ricoprendo nell’insieme il 39,2% di tutti i trasferimenti internazionali. Se si considerano invece le sole esportazioni extra-europee, l’Unione europea raggiunge il 20% di tutto il commercio mondiale – segnala il Sipri.

Considerando i singoli paesi, gli Stati Uniti con 7,9 miliardi di dollari nel 2006 tornano ad essere il principale esportatore mondiale per il secondo anno consecutivo. Segue la Russia con 6,6 miliardi di dollari e quindi la Germania – che con 3,8 miliardi di dollari raddoppia l’export di armamenti rispetto al 2005. Quindi la Francia (1,5 miliardi in calo rispetto ai 2 miliardi del 2005), l’Olanda che incrementa notevolmente le esportazioni raggiungendo nel 2006 la cifra di 1,5 miliardi di dollari) e la Gran Bretagna che sale a più di 1 miliardo di dollari di esportazioni.

Nel 2006 l’Italia scende al settimo posto rispetto al 2005, ma con 860 milioni di dollari di esportazioni militari segna un record ventennale: era dal 1985 infatti che l’Italia non superava gli 800 milioni di dollari di esportazioni di armamenti. I dati del Sipri confermano la forte ripresa dell’esportazioni militare italiana già segnalata dalla recentie Relazione della Presidenza del Consiglio sull’export di armi che riporta per il 2006 commesse e autorizzazioni di armi per oltre 2,1 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le ditte produttrici di sistemi militari, la principale azienda italiana Finmeccanica balza al settimo posto tra le principali aziende di armamenti nel mondo: con vendite per oltre 9,8 miliardi di dollari nel 2005, che segnano un incremento di oltre 2,67 miliardi di dollari (più 37,5%) rispetto al 2004, l’azienda italiana – controllata per il 32,3% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – scala in pochi anni la graduatoria delle principali ditte produttrici di armi (era decima nel 2003). La tabella del Sipri delle 100 principali aziende di armi segnala inoltre che nel 2005 quasi il 70% delle vendite di Finmeccanica sono rappresentate da armamenti. A questo vanno aggiunte le vendite, per oltre 4 miliardi di dollari, della MBDA, il consorzio missilistico compartecipato da Bae Systems, Eads e di cui Finmeccanica detiene una quota del 25% e che produce solo sistemi militari.

Anche per il 2005, la principale azienda mondiale di armamenti rimane la Boeing USA con vendite di armi per oltre 28 miliardi di dollari, seguita dalle statunitensi Northrop Grumman (27,6 miliardi), Lockheed Martin (26,5 miliardi), dalla britannica BAE Systems (23,2 miliardi) e quindi ancora da due ditte statunitensi: la Raytheon (19,8 miliardi) e la General Dynamics (16,6 miliardi). Le 40 principali ditte statunitensi ricoprono il 63% di tutte le vendite di armamenti nel mondo che nel 2005 sono salite a 290 miliardi di dollari, mentre 32 ditte europee hanno acquisito il 29% dello share mondiale, 9 ditte russe il 2% e il rimanente 6% è suddiviso tra aziende giapponesi, israeliane e indiane.

fonte: Unimondo


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