Famiglia

Rifugiati: quando un tetto non basta

I risultati del progetto della FICT “Inclusion refugees network” che ha coinvolto cinque città italiane. Di Marco Zamarchi

di Gabriella Meroni

Il progetto ?Inclusion refugees network? nasce con l?intento di sperimentare una modalità di accompagnamento e ingresso nel mercato del lavoro di persone straniere richiedenti asilo rifugiate o con il permesso umanitario presenti nel territorio nazionale. Il fenomeno dei richiedenti asilo, che nel mondo conta circa 20 milioni di persone è relativamente nuovo nel nostro paese. L?Italia infatti si è attrezzata in modo sistematico per l?accoglienza di queste persone solo dal 2001. La realtà dei richiedenti in Italia conta circa 15mila/20mila persone l?anno ed è uno spaccato conosciuto, per lo più dagli addetti ai lavori. Si tratta di una realtà dove sono molto ben rappresentati i paesi governati da regimi dittatoriali o dove sono in corso dei conflitti.

Il progetto ?Inclusion Refugees Network?, ha inteso pertanto agire a due livelli: la comunicazione attorno all?esistenza del fenomeno e la sperimentazione di percorsi di orientamento e accompagnamento alla formazione professionale e all?impiego. Gli strumenti allestiti per il progetto sono stati sportelli, anche itineranti, di informazione e di orientamento all?impiego, laboratori linguistici necessari per agevolare l?integrazione sociale e lavorativa dei beneficiari, corsi di formazione professionale.

Il progetto ha agito nel territorio nazionale costituendo cinque equipe che hanno operato nelle seguenti città: Caserta, Sanremo, Parma, Gravina di Puglia, Venezia. Allo stato dell?arte, il progetto, che si concluderà a dicembre 2007, si è rivolto in modo diretto a 263 tra richiedenti rifugiati e umanitari e ne ha orientato e accompagnato al lavoro 127. I beneficiari del progetto sono in preponderanza uomini la percentuale femminile è di circa il 9%. L?accompagnamento al lavoro è stato sostenuto con borse lavoro per un totale di circa 100mila euro.

Per quanto riguarda gli aspetti di comunicazione miranti a far conoscere il fenomeno, il progetto ha organizzato numerosi incontri di sensibilizzazione nelle scuole medie superiori, nelle università, con gli operatori dei Servizi delle Aziende del sistema socio sanitario nazionale, con la più ampia cittadinanza. In questa azione di sensibilizzazione i beneficiari finali hanno avuto una funzione attiva. Ad esempio quando sono stati predisposti, insieme ad un gruppo di richiedenti e rifugiati due video che intendono illustrare le diverse situazioni che queste persone vivono dal momento in cui si trovano costretti a lasciare il proprio paese d?origine o quando hanno portato la loro esperienza in dibattiti pubblici.

Fonte: www.progettouomo.net


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