Formazione

Gli ogm avanzano, la democrazia retrocede

La posizione dei Verdi Ambiente e società sul voto del parlamento europeo di ieri

di Gabriella Meroni

«La decisione del Consiglio Europeo dei Ministri agricoli di consentire, per i prodotti biologici, una soglia di contaminazione dello 0,9%, dimostra che lo scarto tra la propaganda politica e le decisioni delle istituzioni competenti diventa sempre più marcato. E che la democrazia si traforma così un esercizio formale/amministrativo che nulla ha in comune con la partecipazione, la trasparenza, il benessere collettivo». Queste le prime parole di un comunicato a firma Simona Capogna, dell’esecutivo nazionale dei Vas. Il comunicato così continua: «D’altra parte questo è il risultato del fatto che sia in Europa che in Italia, si è cercato sulla questione biotech, di ottenere il consenso dei cittadini sulla base di programmi politici rassicuranti, ma evanescenti. Tutti, nessuno escluso, hanno invocato il principio di precauzione per tranquillizzare (la maggioranza de)i cittadini, contrari all’uso di Ogm, ma nessuno ha coerentemente agito per dare sostanza alle dichiarazioni di intenti. Lo stesso Ministro delle Politiche Agricole italiano, Paolo De Castro, non ha mai preso seriamente in considerazione di portare avanti in Europa una battaglia politica sugli Ogm, accontentandosi di dichiarare la sua contrarietà alla contaminazione del biologico. Eppure, l’Italia è il quarto paese, in termini di produzione biologica, in Europa: con 1,1 milioni di ettari copre il 17% dell’area europea destinata al settore. I produttori e i consumatori italiani meritavano forse qualche attenzione in più, qualche sforzo concreto. Meritavano di essere rappresentati in sede europea con maggiore senso di responsabilità e con maggiore convinzione da parte delle istituzioni competenti. Il dubbio è che anche in Italia sia stata la lobby biotech ad aver determinato il corso delle azioni politiche e ad aver impedito la tutela della salute e dell’ambiente: l’apertura alle sperimentazioni transgeniche dei principali prodotti Made in Italy, d’altra parte, è un segnale che conferma questa preoccupazione. Ci auguriamo che il Ministro contraddica presto l’ipotesi di un accorso con le aziende biotech e che trovi una soluzione politica adeguata rispetto alla gravità della situazione attuale».


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