Cultura

Un reggae originale e la devastante furia hip hop

Rcensione del cd "Studio One Dj's".

di Enrico Barbieri

Lo Studio One è uno di quei luoghi entrati nella mitologia musicale del XX secolo. Nella parte del demiurgo c?era Sir Coxsone Dodd: dal suo studio sono nate o passate quasi tutte le divinità del reggae e dello ska, da Alton Ellis a Prince Buster, da Don Drummond a Desmond Dekker, fino agli Skatalites e a sua maestà Bob Marley. Come funzionasse questa industria musicale, a cavallo tra Londra e la Jamaica, lo ha raccontato in tutta la sua crudezza il film The Harder they Come, con Jimmy Cliff: un giovane musicista, magari arrivato dalle campagne jamaicane, proponeva il motivo giusto, sfornava un 45 giri di successo, per poi, tranne rare eccezioni, sprofondare nuovamente nel buio. Niente stelle, soldi e fama, almeno fino alla rivoluzione Marley. E così accadeva anche con molti degli artisti promossi dallo Studio One. In questo processo, parte fondamentale avevano le radio, da cui si generò la nuova figura del Dj: un artista che non si limitava a proporre dischi ma inventava versioni alternative, incise direttamente sul vinile con rallentamenti, sovrapposizioni, scambi di ritmo. A loro, ai grandi Dj jamaicani, è dedicato Studio One Dj?s della Soul Jazz Records: una raccolta di 45 giri che fecero scuotere l?isola del sole. Tra i musicisti, Prince Francis, Dillinger, Dennis Alcapone. Nei loro pezzi, ancora ruvidi e freschissimi, c?è tanto reggae originale, ma anche il germe della futura, devastante furia hip hop.


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