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G8: accordo a metà sul clima

La cancelliera tedesca Merkel parla di "grande successo", ma c'è chi storce il naso...

di Redazione

Angela Merkel ha parlato di “grande successo”, ma alla fine a prevalere sulla questione del clima sono stati gli Stati Uniti, i quali, sebbene in sostanza isolati, hanno ottenuto che si evitasse qualsiasi impegno numerico preciso sul cambiamento climatico. E dire che, nella sua esultanza iniziale, la cancelliera aveva fatto intendere che vi fosse un’intesa proprio sul dimezzamento delle emissioni.

Nel documento finale del G8, in effetti, come era stato gia’ previsto ieri, e’ passata una formulazione non troppo concreta: “Le emissioni – e’ scritto nella bozza di conclusioni – devono cessare di aumentare e devono quindi essere ridotte in modo sostanziale”. Il tutto senza indicare neppure un preciso orizzonte temporale. A dire il vero, un riferimento al dimezzamento c’e’, ma in chiave ipotetica: gli otto paesi affermano nella bozza di conclusioni che “considereranno seriamente” l’invito a dimezzare le emissioni entro il 2050.

“Non si poteva ottenere di piu'”, quello del dimezzamento “e’ stato il punto piu’ ostico”, ha dovuto poi ammettere Angela Merkel. A nulla le e’ servito avere come alleati non solo il neopresidente francese Nicolas Sarkozy, secondo il quale obiettivi concreti sono irrinunciabili, ma anche del premier uscente britannico Tony Blair. A chiedere il dimezzamento sono, oltre all’Ue, anche il Giappone e il Canada.

Non e’ passato neppure l’altro punto su cui insisteva la Merkel, e cioe’ l’impegno a contenere a due gradi il rialzo medio delle temperature del pianeta entro il 2050. Se non altro, la Merkel al summit di Heiligendamm e’ riuscita a ottenere un impegno comune del G8 a proseguire i propri sforzi sotto l’egida dell’Onu, in vista della conferenza internazionale sul clima che si terra’ a Bali a fine anno. In realta’ nessuno si era illuso che si potesse ottenere molto di piu’, cosi’ un po’ tutti hanno tentato di fare buon viso a cattivo gioco.

“Abbiamo concordato – ha detto Merkel – sul fatto che abbiamo bisogno di obiettivi di riduzione e che tali obiettivi debbano essere obbligatori”. Del resto, ha aggiunto la cancelliera, “nessuno puo’ sfuggire a questa dichiarazione politica, e’ un passo avanti enorme”. Relativamente ottimista anche Blair. “Non vi sara’ un accordo – ha affermato – finche’ non ne faranno parte anche Usa e Cina. Tuttavia, ora vi e’ un processo per arrivare a quell’accordo, al cuore del quale vi e’ l’impegno a un taglio sostanziale. Il che significa che si sta prendendo seriamente in considerazione il dimezzamento delle emissione entro il 2050”.

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