Welfare

Rapporto Ires-Fillea: un muratore su cinque è straniero

Sono arrivati a quota 406.000 i lavoratori immigrati nel campo dell'edilizia, su un totale di 1.912.000

di Chiara Sirna

Il mondo dell’edilizia si regge sulla manodopera extracomunitaria: un muratore su cinque è straniero. Rispetto agli italiani però guadagnano meno, restano vittime di infortuni sul lavoro (anche mortali) con più frequenza e uno su quattro quasi è ancora irregolare. Su un totale di 406.000 lavoratori immigrati occupati nell’edilizia infatti (il 21,2% su una popolazione lavorativa complessiva di 1.912.000), almeno 90.000 sono irregolari.
Sono questi i dati contenuti nel II Rapporto Ires-Fillea, presentato alla IV Conferenza nazionale dei lavoratori stranieri di Fillea Cgil, che si è svolta al Centro Congressi Frentani di Roma.
Nelle aree metropolitane la presenza di lavoratori extracomnitari nel settore costruzioni arriva a sfiorare il 50% della forza lavoro complessiva, per raggiungere anche punte dell’80%. Un dato confermato dalle Casse edili dove, quest’anno, le nuove registrazioni di lavoratori stranieri sono aumentate – secondo i dati del sindacato – del 400%. Sono stati, infatti, 175.000 i nuovi iscritti, una cifra che rappresenta il 28% sul totale delle nuove registrazioni (625.000). Un incremento, sottolineano nel rapporto, che lascia immaginare, tra non molto tempo, un settore con manodopera prevalentemente straniera.
La Lombardia, con più di 84.000 lavoratori stranieri, è la regione dove sono più presenti. Seguono il Veneto con 46.000 presenze, il Lazio (34.000) e l’Emilia Romagna (32.000).
E sul fronte sicurezza i dati sono allarmanti. Cadono dall’alto, vengono travolti da mezzi in movimento o schiacciati da vetture. Sono queste le principali cause di incidenti mortali che colpiscono i lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni in Italia. Il rapporto evidenzia un aumento del 16% di incidenti mortali per questi lavoratori stranieri. Nel 2006, infatti, sono salite a 42 le morti bianche, rispetto alle 35 dell’anno precedente. Al primo posto tra le regioni dove si è registrato il maggior numero di incidenti sul lavoro, il Veneto con 9 decessi; seguono la Lombardia (8) e l’Emilia (7). Il rapporto indica ancora che si tratta per la maggior parte di giovani tra i 26 e i 35 anni.
I profili professionali dei lavoratori stranieri restano bassi. In edilizia sono soprattutto operai semplici, senza particolari qualifiche o competenze. Il 70% svolge, infatti, le mansioni più faticose e meno retribuite. Gli operai specializzati invece rappresentano solo il 9% della forza lavoro straniera a fronte del 30% complessivo.
E lo stipendio è inferiore rispetto a quello degli italiani. I lavoratori immigrati sono mal pagati. Percepiscono, infatti, una retribuzione al di sotto della media di quella di altri lavoratori dipendenti nello stesso settore. Dalla regolarizzazione del lavoro sommerso del 2002, é risultato che gli operai non comunitari guadagnano, in media, il 24% in meno rispetto agli altri lavoratori del settore edile.


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