Famiglia
Servizio civile, Cnesc: Le istituzioni vengono dopo enti e giovani
Il testo della lettera aperta inviata al ministro Ferrero
di Redazione
Con una “Lettera aperta” inviata oggi al Ministro della Solidarietà Sociale on. Paolo Ferrero, al Sottosegretario Ministero per la Solidarietà Sociale Cristina De Luca, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Vasco Errani, al Coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Valdegamberi, al Direttore dell?Ufficio Nazionale per il Servizio Civile Diego Cipriani e per conoscenza al Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile Licio Palazzini la Cnesc ha voluto sottolineare le attuali difficoltà – se non immobilismo – in cui si trova attualmente il servizio civile nazionale, sollecitando l’avvio di un tavolo tra Governo, Regioni, P.A. ed Enti di Servizio Civile per non disperdere un’esperienza preziosa per il Paese e per i suoi giovani.
Di seguito il testo integrale della missiva
Con la pubblicazione delle graduatorie successive alla valutazione dei progetti depositati lo scorso 31 Ottobre 2006, cominciano a chiarirsi alcuni elementi sulla situazione e le prospettive del SCN, su cui la CNESC ritiene opportuno ricercare un dialogo con le Istituzioni chiamate, a vario titolo, a indirizzare questa preziosa esperienza.
La qualità dei progetti depositati dagli enti iscritti all’albo nazionale pare migliorata, almeno osservando la riduzione dei progetti respinti adesso rispetto al 2006: 2730 progetti per 45076 posti sul bando Italia, a livello nazionale, hanno ricevuto una valutazione superiore ai 40 punti, oltre il 50% del punteggio massimo previsto, ne sono la testimonianza. Questo risultato positivo significa però, a causa delle note ristrettezze economiche, che progetti positivi non saranno finanziati. Mancano elementi per capire se le stesse dinamiche si manifestano anche nelle Regioni e PA, visto che per la prima volta si sono cimentate in questo compito.
Per questo, la valutazione economica che avevamo preventivato nei mesi passati, quando chiedemmo ulteriori 100 milioni rispetto a quelli previsti per il 2007, risulta fondata e siamo a confermarne la necessità, al fine di allargare il numero di progetti finanziabili, soprattutto se la tematica dell’accompagnamento dei grandi invalidi e dei non vedenti continua ad essere agganciata al SCN.
La valutazione dei progetti è stata pubblicata alla fine di Maggio e si ipotizza la pubblicazione del bando nazionale verso la metà di Giugno. In tutte le sedi di confronto e di riflessione avevamo chiesto che il bando fosse attivato quando i giovani erano ancora raggiungibili nei loro luoghi di aggregazione. Con domande a Giugno e colloqui a Luglio, temiamo che i sintomi di minor numero di domande al Centro e al Nord, emersi nel 2006, possano crescere ulteriormente e non necessariamente per crisi di consenso del SCN fra i giovani. A riguardo sarebbe utile, anche se non risolutivo, ampliare rispetto agli anni passati la du-rata di apertura del bando .
Prendiamo ad esempio il ritardo nella pubblicazione del bando per segnalare con forza il ritardo generalizzato che sta oramai caratterizzando il SCN. L?auspicata revisione legislati-va del sistema non può diventare un alibi per non affrontare altri problemi o difficoltà attuali e non deve produrre il blocco del riesame di aspetti essenziali del corretto funzionamento del SCN: come l?accreditamento degli enti, i contenuti della formazione dei formatori, i con-trolli sugli enti, il monitoraggio dei progetti.
A tale proposito i ritardi al completamento e all?avvio di gruppi di lavoro ? da mesi delibera-ti – stanno impedendo alla Consulta Nazionale del Servizio Civile di svolgere appieno il suo ruolo anche attraverso l?espressione di pareri sulle decisioni dell?UNSC.
Dentro la galassia degli enti accreditati continuano a convivere finalità e modalità opposte, con ovvio danno per chi si sforza di testimoniare coerenza fra valori e pratiche, anche at-traverso strutture periferiche che colleghino concretamente l’ente accreditato con le i-stanze dei territori ed i luoghi nei quali i giovano svolgono il loro servizio; mancano i feed-back sui risultati dei progetti mentre le scarse risorse umane dell’UNSC e delle Regioni e PA fanno le stesse cose (accreditamento, valutazione progetti). Si sta accrescendo il rischio che le istituzioni, con le loro esigenze operative, divengano il cuore del sistema, anzichè essere al servizio delle esigenze dei giovani e degli enti .
Fra i giovani in servizio, in assenza di uno slancio valoriale che provenga in primo luogo dalle Istituzioni e dagli enti accreditati, rischiano di diffondersi atteggiamenti di pura riven-dicazione in palese contraddizione con l’obiettivo del SCN di promuovere partecipazione consapevole.
Per tutti questi motivi, mentre sollecitiamo che il più volte annunciato lavoro di revisione della legislazione parta davvero, su un mandato politico chiaro e con tempi definiti, avan-ziamo la richiesta che si avvii subito un tavolo fra Governo, Regioni,P.A. e Enti di Servizio Civile che, sulla base dei concreti elementi che ognuno può portare, valuti la sostenibilità e l’efficacia, per il sistema SCN, delle modalità di attivazione del DL 77/2002 applicate in questi mesi e introduca i correttivi necessari ad uscire dall’immobilismo attuale.
Alla Cnesc aderiscono:
Acli, Aism, Anpas, ArciServizioCivile, Associazione Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Cenasca-Cisl, Cesc, Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d?Italia, Italia Nostra, Federsolidarietà /CCI , Focsiv, Legacoop, Scs/Cnos, Unpli, WWF
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