Sostenibilità

Riciclo: auto demolite, perché non si recupera plastica?

Se lo chiede - e risponde - Quattroruote

di Gabriella Meroni

Circa il 70% del peso di un auto uscita dalla pressa dopo la bonifica del demolitore e’ composto da elementi metallici che vengono recuperati, mentre il rimanente 30% e’ costituito da vari tipi di plastiche e schiume poliuretaniche (provenienti da cruscotti, imbottiture e sedili) per le quali il riutilizzo e’ ancora difficoltoso. E’ quanto rivela un’inchiesta pubblicata da Quattroruote che, nel numero di giugno, ricostruisce l’intero procedimento di riciclaggio delle vetture fuori uso, dalla consegna al demolitore fino al frantumatore che le trasforma in materiali riutilizzabili. Quasi tutta la plastica contenuta nelle automobili da demolire finisce nelle discariche invece di essere, si legge in una nota, “valorizzata come materia prima”. Questi materiali (definiti ‘fluff’) per legge non potrebbero finire in discarica “tuttavia, una proroga consente quest’ultima soluzione fino al 31 dicembre 2008 proprio perche’ attualmente nel nostro paese non esistono alternative praticabili”. Il mancato riutilizzo del ‘fluff’, “il cui stoccaggio nelle discariche oltretutto costa da 80 a110 euro a tonnellata”, e’ causato “dalla diffusa ostilita’ italiana nei confronti dei termovalorizzatori (da noi in numero insufficiente, mentre potrebbero bruciare il ‘fluff’ ricavandone energia, come gia’ avviene in altri paesi europei) e dall’assenza di uno sbocco commerciale per le plastiche riciclate, il cui utilizzo non e’ incentivato”. Quattroruote denuncia “lo spreco enorme: le dimensioni del fenomeno sono diventate particolarmente rilevanti quest’anno con gli incentivi alla rottamazione introdotti dal Governo, che porteranno a demolire almeno 700mila macchine nel solo 2007”.


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