Cultura
Bando Napoli, ci si vede a settembre
Spiega il ministero: «Troppi intoppi burocratici». Il progetto sarà aperto anche ai giovani non napoletani...
Rimandato a settembre. Il bando straordinario del servizio civile su Napoli non sarà ai nastri di partenza prima del prossimo autunno. A conti fatti i 2mila volontari annunciati dal ministro Paolo Ferrero nel novembre del 2006 prenderanno servizio a un esatto anno di distanza dall?emergenza criminalità che ha investito il capoluogo. Ad annunciarlo a Vita è lo stesso direttore dell?Ufficio nazionale per il servizio civile, Diego Cipriani: «Abbiamo deciso di evitare sovrapposizioni con il bando ordinario». Il sottosegretario Cristina De Luca conferma: «Saremo pronti a settembre».
La stessa De Luca su queste pagine lo scorso marzo aveva annunciato l?avvio del progetto entro quindici giorni. Quasi tre mesi fa. Che cosa è successo? «A causa di alcuni intoppi burocratici abbiamo dovuto modificare la natura dell?iniziativa». La prima versione del bando, infatti, limitava le adesioni ai giovani residenti a Napoli. Il nuovo provvedimento, invece, apre le porte a tutti i cittadini italiani fra i 18 e i 27 anni. «In linea teorica potranno partecipare anche i ragazzi di Roma o Milano», spiega la De Luca. Le preselezioni verranno gestite dal Comune napoletano.
Ma ha ancora un senso dedicare un bando straordinario a un?emergenza ormai lontana? Per l?assessore alle Politiche sociali, Giulio Riccio non c?è dubbio alcuno: «Qui da noi ci sono 700mila disoccupati, l?emergenza non è mai finita». Il servizio civile come politica per l?occupazione quindi? «No, ma questo bando è un contributo da sfruttare per la ricostruzione del tessuto sociale». Una linea che condivide in primis la De Luca: «Non mi pare che i problemi siano stati risolti». Vero. Resta da capire però perché si è scelto di affidarsi a un laborioso bando straordinario piuttosto che imboccare la via ordinaria. Risponde Riccio: «Questo bando ha una valenza simbolica. La crescita della nostra comunità è un messaggio per tutti. Finalmente si è capito che la battaglia per la legalità si vince prima di tutto al Sud».
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