Politica

Conferenza Firenze: un’alleanza per la famiglia

Governo, parti sociali e associazioni ne hanno discusso questo pomeriggio alla Conferenza nazionale di Firenze

di Maurizio Regosa

Si è appena concluso il confronto fra associazioni, parti sociali, comuni, regioni e governo su un’alleanza per la famiglia. Sul tappeto tutte le principali questioni legate alle politiche familiari: il sostegno alla maternità, il ricorso al part-time, la solidarietà intergenerazionale, la povertà relativa che riguarda circa due milioni e mezzo di famiglie, il problema abitativo, la questione giovanile, la rete che non c’è (di servizi e di asili nido). Del resto, ha detto Rosy Bindi “fare politica per la famiglia – vuol dire non attivare politiche settoriali ma agire in maniera trasversale e integrata”. Molte le idee, molte le proposte. Molti gli applausi (anche a sorpresa, quando il ministro Pollastrini ha difeso la legge sui conviventi di fatto si sono levati più applausi che proteste). Molta disponibilità – almeno teorica – da parte di tutti per costruire una alleanza vera, per realizzare strategie concrete ed efficaci. Ma mettersi a discutere (per una volta tutti, o quasi, lì sul palco, ad ascoltarsi, parti sociali e ministri) vuol dire anche incontrare le questioni. Anzitutto quella economica. Perché non è solo l’uso del cosiddetto tesoretto che va deciso. “I soldi ci sono. Una parte dell’extragettito sarà usata per scopi sociali”, ha detto il ministro dell’economia. Ma occorre guardare anche più lontano, come ha spiegato con chiarezza Tommaso Padoa Schioppa: “Il debito pubblico va ridotto in modo significativo. Ciascun italiano ha sulle spalle un debito di mille euro l’anno. Ridurre il debito vorrebbe dire poter disporre di risorse da usare per le politiche familiari”. Una scelta condivisa dal ministro Bindi che però aggiunge: “la diminuzione del debito riguarda le famiglie future, la restituzione quelle di oggi”. Ma non c’è solo la macro-economia. Ci sono anche i salari e soprattutto il potere d’acquisto. Calato non solo per i lavoratori dipendenti, ma anche per gli autonomi e, ovviamente, per i flessibili. Altra questione: la casa. Ne ha parlato il ministro Antonio Di Pietro che sta preparando un piano casa che sarà inserito nel prossimo Dpef e che dovrebbe prevedere soluzioni originali (anche in collaborazione fra pubblico e privato). E poi ovviamente il lavoro: da sostenere, da migliorare specialmente per le donne, da far emergere se “nero”. Ne hanno parlato il ministro del lavoro, Damiano, e la sua collega Pollastrini che ha annunciato una proposta di legge sull’eguaglianza e un altro piano che mira ad allargare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro (sarà inserito nella prossima finanziaria). Un’altra emergenza significativa perché le donne escluse dal mercato del lavoro sono sempre numerose, perché gran parte delle famiglie in difficoltà è composta da donne con figli. Donne, italiane e immigrate, che hanno bisogno di accompagnamento e di servizi mirati (non necessariamente pubblici), di iniziative che rendano conciliabile il tempo del lavoro e il tempo della famiglia (cioè dei figli come delle persone anziane). Infine i giovani. Che vanno incoraggiati a uscire di casa, ad assumersi le loro responsabilità, diventando autonomi e adulti, come ha spiegato la ministro competente, Giovanna Melandri. “Questa conferenza – ha detto in chiusura Livia Turco, ministro della salute -rappresenta una grande svolta nel modo di affrontare, concretamente e coerentemente, le politiche familiari”.


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