Welfare
Università: Almalaurea, il 48,5% dei “triennali” lavora
A un anno dal conseguimento del titolo, i laureati di primo livello presentano un tasso di occupazione pari al 48,5%
di Redazione
Tra gli occupati, il 32% e’ dedito esclusivamente al lavoro, il 16,4% si e’ posto l’obiettivo di coniugare studio e lavoro. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine ‘La condizione occupazionale dei laureati di primo livello 2005′, realizzata da Almalaurea che verra’ presentata domani a Siena in occasione del convegno ‘I laureati dell’Universita’ riformata’. La quasi totalita’ dei neo-laureati del gruppo medico risulta gia’ occupato a un anno dalla laurea (88% lavora, 3,5% lavora e studia). Si tratta dei laureati delle professioni sanitarie che hanno ottenuto il titolo mentre stavano gia’ svolgendo un’attivita’ lavorativa. Molto buoni anche gli esiti occupazionali dei laureati del gruppo insegnamento, il cui tasso di occupazione raggiunge il 65% (tra questi, il 21% lavora ed e’ iscritto alla specialistica). I percorsi di studio che alimentano il maggior numero di laureati iscritti alla laurea specialistica sono quello psicologico (90%, 32 dei quali lavorano anche), il giuridico (87%, 17 dei quali lavorano anche) e il geo-biologico (83%, 15,5 dei quali sono anche occupati).
A un anno dal conseguimento del titolo, la prosecuzione della formazione con una laurea specialistica coinvolge i laureati delle classi in scienze e tecnologie fisiche, matematiche e chimiche (gli iscritti alla laurea specialistica sono, rispettivamente, il 90%, l’83% e l’84% dei laureati di primo livello di ciascuna delle classi considerate). In queste classi, la quota di chi riesce a coniugare studio e lavoro e’ rispettivamente del 10%, 18% e 13%. Il tasso di occupazione a un anno e’ del 30% per scienze matematiche, del 27% per scienze e tecnologie chimiche, del 17% per le scienze fisiche. Il lavoro stabile riguarda 43 laureati su cento, soprattutto grazie alla diffusione dei contratti a tempo indeterminato che caratterizzano un terzo degli occupati (si tratta prevalentemente di laureati che proseguono il lavoro precedente alla laurea). Il 40% degli occupati dichiara invece di avere un contratto atipico. In particolare, 18 laureati occupati hanno un contratto di collaborazione, 18 su cento sono assunti a tempo determinato. Il lavoro atipico coinvolge soprattutto gli studenti-lavoratori e coloro che sono entrati nel mercato del lavoro dopo la laurea. Tra i laureati di primo livello, il lavoro atipico sembra essere caratteristica peculiare delle donne (43%, contro il 35,4% degli uomini). Il 9% lavora senza contratto.
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