Cultura

L’invito di Amos Oz: Non dire (mai)notte

Un romanzo del 1993 dello scrittore israeliano, di Andrea Leone

di Redazione

Amos Oz
Non dire notte
Feltrinelli, pp. 200, euro 15

Di Amos Oz conosciamo l?impegno pubblico, il coraggio di tante prese di posizione in un contesto difficile e spinoso come quello israeliano. Ha un?intelligenza brillante, a volte caustica. Comunque sempre antischematica. Paradossalmente l?Amos Oz scrittore invece si presenta su registri completamente diversi. Nei suoi libri prevale la dimensione della quotidianità. La vita normale occupa tutta la scena e lascia fuori dalla porta i grandi temi che invece sollecitano l?Amos Oz polemista e commentatore. In realtà l?osservazione della quotidianità è strumento per una comprensione più approfondita e più consapevole dei grandi fenomeni dell?attualità. La narrativa di Oz si sofferma sull?analisi del rapporto con gli altri, sui rapporti coniugali, sul gioco degli incontri. È una narrativa che guarda al mondo giorno dopo giorno.

In un?intervista lo scrittore racconta uno Stato d?Israele profondamente diverso da quello di cui parlano i mass media occidentali: nella precarietà della situazione storica, è sempre comunque la vita reale degli affetti e delle relazioni a dominare. È nella normalità, sembra dire Oz, che nascono le ombre e le insidie; è appunto nella piccola storia degli individui che è possibile ritrovare, ma anche dominare e controllare, la minaccia a volte assurda della Grande Storia.

Non dire notte (un romanzo datato 1992-1993) è ambientato a Tel Kedar, una cittadina israeliana nel deserto del Negev. Ogni capitolo del libro è narrato da uno dei protagonisti, così che abbiamo continuamente punti di vista diversi che ci presentano gli stessi fatti. La storia è quella della relazione tra Theo, urbanista sessantenne di successo, e Noa, professoressa di lettere di quindici anni più giovane. Theo è ormai stanco e disilluso, sembra ormai avere abbandonato la ricerca della felicità; la donna invece è ancora piena di entusiasmo nei confronti del mondo. A Noa viene affidato il compito di creare un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. L?impresa incontra seri ostacoli da parte della popolazione, convinta che il centro potrà portare caos e problemi. Con tenacia la donna porta avanti il progetto, grazie al quale sarà possibile anche un riavvicinamento con il suo compagno.

Non dire notte è dunque un coraggioso invito al dialogo e alla ricerca dell?altro. «Respira ora», dice il protagonista a un certo punto del romanzo. È appunto questo il messaggio di Oz: non sprecate nell?odio la possibilità di una pace normale.

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