Non profit

Fondazioni: aumentate le erogazioni nel 2006

A fornire i dati è l'Acri, l'associazione di settore che ha svolto l'analisi in occasione della VII Giornata della Fondazione.

di Redazione

Nel 2006 le erogazioni delle Fondazioni di origine bancaria a favore della collettività potrebbero attestarsi al di sopra dei 1.500 milioni di euro (1.374 nel 2005, +9,2%). Il dato deriva dalla proiezione sull’intero settore di quanto emerge dai bilanci relativi all’esercizio 2006 di 16 Fondazioni tra le maggiori per dimensione del patrimonio, rappresentative nel loro insieme del 73% del sistema.

L’Acri, l’associazione di settore che ha svolto l’analisi in occasione della VII Giornata della Fondazione, celebrata a livello nazionale con una tavola rotonda dal titolo “Fondazioni: una marcia in più per il Paese” svoltasi oggi a Roma, ha infatti registrato che le 16 Fondazioni esaminate hanno deliberato erogazioni per un importo complessivo che supera i 1.142 milioni di euro (1.031 nel 2005, +10,8%) così ripartiti: il 28,6% è andato al sostegno dell’arte e delle attività e beni culturali (31,1% nel 2005). Seguono educazione, istruzione, formazione con il 12,3% (10,4% nel 2005); salute pubblica con l’11,3% (9% nel 2005); ricerca con il 10,9% (11,6% nel 2005); volontariato, filantropia e beneficenza con il 10,8% (8,5% nel 2005); sviluppo locale con il 6,7% (6,2% nel 2005); assistenza sociale con il 6,3% (11,3% nel 2005). Per i Fondi speciali per il Volontariato, a cui vanno destinate risorse in base alla legge 266/91, è stato accantonato il 5,8% (7,8% nel 2005). Le risorse restanti, pari a circa il 7% dell’intero budget per le erogazioni, sono andate agli altri settori ammessi, fra i quali si evidenziano: la salvaguardia dell’ambiente con il 2%; la famiglia e valori connessi con l’1,4%; il sostegno ai diritti civili con l’1,3%; lo sport e ricreazione con poco più dell’1%.

Dall’analisi dell’Acri emerge, inoltre, che il patrimonio di queste 16 Fondazioni è aumentato di oltre 1 miliardo di euro rispetto all’esercizio precedente, passando da 33,7 a 34,8 miliardi di euro, con un incremento del 3%. L’incidenza dell’investimento nelle conferitarie sul totale dell’attivo si riduce dal 24,5% al 24,0%, mentre aumenta l’investimento in altre attività finanziarie, il cui peso percentuale sul totale dell’attivo passa dal 71,7% al 72,2%.

Nel 2006 la redditività del patrimonio complessivo, calcolato a valori di libro, del gruppo di Fondazioni considerate mostra un ulteriore miglioramento rispetto all’anno precedente: la redditività netta media passa al 7,8% dal 6,6% del 2005, e sale all’8,6% se ai proventi ordinari si aggiungono i proventi straordinari (era al 7,3% nel 2005).

I proventi ordinari si attestano a 2.667 milioni di euro, con un incremento del 26% circa rispetto ai 2.122 del 2005.

L’avanzo di gestione registra una crescita del 15%, passando da 2.140 milioni a 2.459 milioni nel 2006. Il 66% dell’avanzo di gestione, pari a 1.622 milioni di euro (1.464 nel 2005) è stato destinato all’attività istituzionale, che insieme alle erogazioni deliberate nell’anno comprende gli accantonamenti per l’attività erogativa futura, al fine di garantire un flusso continuo nel tempo con un importo minimo costante. Il restante 34% dell’avanzo di gestione, pari a 836,7 milioni di euro (676 nel 2005), è stato destinato al rafforzamento del patrimonio.

Nel commentare questi risultati il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti ha rilevato che “questi dati dimostrano che, pur prestando attenzione allo sviluppo economico del Paese, le Fondazioni non tralasciano certo di cercare una buona redditività dei loro patrimoni, che è quella che poi consente loro di svolgere l’attività istituzionale, ovvero destinare gratuitamente risorse a favore di vari settori di interesse collettivo”.

Alla tavola rotonda di oggi, insieme a Giuseppe Guzzetti, Presidente dell’Acri, hanno partecipato in qualità di relatori: Enrico Letta, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Savino Pezzotta, Presidente della Fondazione per il Sud; Gustavo Zagrebelsky, Presidente Emerito della Corte Costituzionale; Stefano Zamagni, Presidente dell’Agenzia per le Onlus; Marco Demarie, Direttore della Fondazione Giovanni Agnelli.

In apertura della tavola rotonda Ferdinando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos, ha presento i risultati di una ricerca sociodemografica sulle attese dei cittadini italiani in merito al ruolo che il privato sociale può svolgere in 13 campi d’interesse collettivo, gran parte dei quali ricevono un sostegno molto significativo da parte delle Fondazioni di origine bancaria tramite le loro erogazioni. Dalla ricerca emerge che gli italiani attribuiscono alle Fondazioni di origine bancaria e al non profit in generale la possibilità di svolgere un ruolo sempre più importante nei settori esaminati: cosa auspicata in quanto si ritiene che oggi nel nostro Paese in alcuni di questi settori ci sia un chiaro deficit di intervento.

L’indagine dice che il privato sociale, o non profit o terzo settore, è noto agli italiani, seppure spesso in modo superficiale. Esso gode di una buona reputazione e gli italiani ritengono che in futuro avrà un ruolo sempre maggiore; molti (il 72% del campione assegna voto positivo – da 7 a 10 – alla crescita nel futuro del non profit) pensano, infatti, che una maggior efficacia di risultati possa derivare più da esso che non da un massiccio rafforzamento dell’intervento pubblico (soltanto il 37% si attende una crescita dell’intervento pubblico). Questa fiducia nel non profit si accompagna a un’aspettativa di crescita professionale e di efficienza nonché di una particolare focalizzazione di impegno a favore degli anziani e delle categorie sociali deboli, dell’educazione e formazione giovanile, della ricerca medica e scientifica, della salvaguardia dell’ambiente.

Dall’indagine emerge inoltre che in questo scenario le Fondazioni di origine bancaria possono giocare un ruolo importante, facendo leva su un modello operativo che è considerato utile dal 70% degli italiani rappresentati dal campione esaminato. “E’ questo un risultato che ci conforta – ha commentato Guzzetti -. Mi auguro sia anche il segnale che gli italiani, che ringrazio, cominciano a conoscerci meglio”

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