Non profit

Meno leader carismatici, più nuovi leader

Oggi, secondo la classifica del Sole 24Ore, è il nono gruppo cooperativo al mondo. Per il prossimo triennio prevede una crescita di fatturato del 34%...

di Maurizio Regosa

Produrre senso e valore per la collettività anche dal punto di vista economico, è la vocazione di ogni imprenditore sociale. Implica condivisione, identità e strumenti anche aziendali. Come ad esempio un piano di sviluppo. Cgm-Welfare Italia, il nono gruppo cooperativo al mondo stando a una classifica del Sole 24Ore, ha appena presentato ai soci il suo. Ne parliamo con il presidente Johnny Dotti.

Vita: Per il prossimo triennio prevedete una crescita del fatturato di sistema del 34%?
Johnny Dotti: Sì, ma non è una percentuale casuale. È legata a due considerazioni. La prima riflette la storia di Cgm: negli anni passati c?è sempre stato uno sviluppo a due cifre. La seconda è connessa alle scelte fatte a vari livelli: la rete, i consorzi di comunità e di gruppo, le alleanze.

Vita: Partiamo dai primi.
Dotti: La rete e i consorzi di comunità riflettono una logica di territorialità. La vicinanza al territorio consente di individuare risposte adatte, di intercettare maggiore domanda perché c?è maggiore fiducia e conoscenza. Questo vantaggio competitivo vale anche di più ora, nel momento in cui il ?mercato? sociale si sposta sulla domanda.

Vita: La scelta più ?industriale? è stata creare un gruppo con società collegate.
Dotti: È vero, ma non va vista scollegata dai territori. Sono due aspetti della medesima strategia. Le società da subito hanno realizzato risultati significativi dal punto di vista economico anche per la rete. Ma la maggiore specializzazione ha rafforzato la qualità dell?intervento.

Vita: Le partecipazioni rispondono a quale logica?
Dotti: Riflettono la consapevolezza che la cooperazione sociale non può fare tutto da sola e che quindi deve trovare dei partner. Anche del profit, ovviamente, ma che siano disponibili a fare cose da impresa sociale?.

Vita: Secondo un recente sondaggio condotto da Ipsos per Acri, solo per il 37% degli italiani lo Stato dovrebbe agire direttamente nei settori d?intervento del terzo settore. Cosa ne pensa?
Dotti: Vuol dire che non si nega la funzione pubblica ma si comincia a distinguerla dall?amministrazione pubblica. Sono convinto che sia avvertita da tutti l?esigenza di solidarietà, di partecipazione e di vicinanza. Ma ci sono due nodi su cui confrontarci.

Vita: Quali?
Dotti: Da una parte l?interesse sempre più evidente del profit, dall?altra il fenomeno in aumento delle municipalizzate sociali, che rappresentano il tentativo degli enti locali di riappropriarsi della funzione erogativa. Un errore: i Comuni mettono insieme costi ed entrate certe senza produrre nulla di nuovo ma non sono in grado di dare una risposta flessibile alla sempre più potente frammentazione dei bisogni.

Vita: Si torna al dualismo o Stato o mercato?
Dotti: Dobbiamo sforzarci di far capire che è più efficace ed efficiente e ha più senso la scelta dell?impresa sociale. Siamo un po? soli rispetto al terzo settore che, a seconda delle stagioni, sta più o con lo Stato, prevalentemente, o con il privato.

Vita: Secondo Ipsos è diffusa l?aspettativa che la professionalità del non profit cresca. Nel Piano triennale, c?è l?idea di formare 180 giovani dirigenti?
Dotti: Puntiamo sui trentenni perché abbiamo bisogno di energie nuove, che alimentino la tensione al cambiamento necessaria per tenere botta a quello che dicevo prima: la spinta del mercato e quella interna al terzo settore, ancora troppo legato a leadership carismatiche.

Vita: Nel Piano si parla di migliorare la qualità della vita delle persone che operano nella rete Cgm.
Dotti: Pensiamo di introdurre dei ristorni, pratica consentita, ma soprattutto di offrire un sistema di vantaggi per l?accesso a servizi assicurativi, bancari, telefonici, bonus formativi. Un sostegno che rafforza l?appartenenza e l?identità. Sarà possibile nella misura in cui sapremo progettare e realizzare servizi complessi.

Vita: Una bella sfida?
Dotti: Se non si elabora una proposta complessiva, è persa in partenza. Lo dico per l?insieme del Piano, che rappresenta il tentativo di dimostrare attraverso pratiche e processi di natura economica la bontà e la sostenibilità del cambiamento.

Vita: A proposito di cambiamento: la Wall Mart ha annunciato che aprirà poliambulatori nei suoi punti vendita.
Dotti: Il profit americano sta riflettendo sulla responsabilità sociale. C?è poi un aspetto sul quale anche noi stiamo meditando. Così com?è la cooperazione, che è la vera scelta per l?impresa sociale di comunità, fatica a fare il salto industriale. Che invece potrebbe essere fatto per quanto ci riguarda da Welfare Italia, sempre in un?ottica di integrazione con il lavoro nei territori.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA