Mondo

Come cambia l’Associazione ong

Su Vita in edicola sino a giovedì parla il presidente Sergio Marelli, eletto dall'assemblea di sabato scorso che ha votato anche il nuovo consiglio nazionale

di Emanuela Citterio

Cosa sta succedendo nel mondo delle organizzazioni non governative italiane? Aifo ha appena lasciato l’Associazione delle ong italiane. Nei mesi scorsi l’avevano già fatto Amref, Terre des hommes, Vis e Cins. All’origine dei sussulti c’è una riforma dell’organismo di rappresentanza a livello nazionale di cui si parla e si sa poco, ma che implica svolte profonde e radicali. Ma partiamo dall’inizio. L’Aoi – Associazione delle ong italiane, nata nel 2000, rappresenta 160 organizzazioni riconosciute dal ministero degli Affari esteri. C’è un’assemblea generale, a cui partecipano tutti i presidenti delle ong associate, un consiglio nazionale che finora era composto da 15 membri, un comitato esecutivo di 6 membri, e un presidente (da due mandati, ovvero dal 2001, è Sergio Marelli, che ricopre anche la carica di direttore generale di Focsiv, uno dei tre principali coordinamenti di ong in Italia). A sintetizzare i contenuti della riforma, un processo in corso almeno da due anni, è lo stesso Marelli: «Si tratta di un cambiamento che ha tre assi portanti: formare nodi di rappresentanza a livello territoriale e regionale, allargare la base associativa e andare verso un’organizzazione di terzo livello». Punto primo: l’Aoi ha già cominciato a creare coordinamenti territoriali. «In una fase in cui cresce la cooperazione decentrata, l’obiettivo è quello di aumentare la partecipazione delle ong a partire dal territorio». Sabato 12 maggio l’assemblea generale deve ratificare un rinnovato consiglio nazionale formato da 26 membri, di cui faranno parte presidenti di federazioni di ong ma anche i rappresentanti dei coordinamenti regionali o macro-regionali, più alcuni presidenti di organizzazioni di rilevanza nazionale.

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