Formazione

Italia-Romania: è nata una nuova associazione

Si chiama Dacia, come chiamavano i romani il territorio rumeno di oggi, e ha sede a Bergamo

di Gabriella Meroni

È appena nata l’associazione culturale “DACIA” con sede a Bergamo e Presieduta dall’Ingegner Emilia Stoica . Questa iniziativa è nata anche a seguito del vasto interesse che è stato riscontrato dall’incontro tenutosi presso la sala conferenza de “L’Eco di Bergamo” dedicato alla ormai connotazione multiculturale della Lombardia Il nome che i fondatori, tra cui Dottor Marco Baratto di Mulazzano (Lodi), che è stato nominato Vice Presidente e Porta voce, hanno scelto per quest’esperienza associativa richiama quello dell’antico nome del regno i cui territori si estendevano, all’incirca, sull’odierna Repubblica di Romania. Proprio a queste terre ed ai suoi abitanti che l’associazione è diretta ma, con un?ottica particolare; non una semplice associazione tra connazionali, come siamo ormai abituati a vedere e conoscere, ma un?associazione che, senza fine partitico o di lucro, vuole essere un ponte, un luogo di confronto, conoscenza e dialogo tra gli italiani e romeni. Se si dovessero definire in sintesi i punti essenziali di questa nuova realtà del panorama associativo lombardo, si potrebbe individuarli nei seguenti: – La promozione e il sostegno d?iniziative di carattere culturale e sociale diretta ad accrescere la diffusione e l’approfondimento delle relazioni culturali, storiche e sociali tra l’Italia e la Romania – La realizzazione e la gestione, in collaborazione con enti pubblici e privati, di attività sociali e culturali a volte del mantenimento, della promozione e della diffusione delle tradizioni romene; – L’associazione persegue lo sviluppo ed il coordinamento di ogni attività di promozione culturale e sociale nel territorio della Lombardia e delle Regioni e limitrofe volte al fine di un incremento delle idee d?integrazione tra i popoli. All’interno di questi obbiettivi, l’associazione vuole essere un interlocutore privilegiato anche per la promozione di gemellaggi tra le città della bella terra lombarda con centri della Romania per favorire anche un dialogo tra le istituzioni ed uno scambio di conoscenze ed esperienze nella risoluzione dei problemi della vita quotidiana. Un altro aspetto che sicuramente sarà approfondito sarà il rafforzamento del dialogo ecumenico coinvolgendo le strutture ecclesiali cattoliche e della chiesa ortodossa romena che operano nella nostra Regione Nell’ottica di creare un vero dialogo tra la comunità romena e quell’italiana, l’associazione Dacia, non può sfortunatamente constare come negli ultimi giorni si siano usati toni fortemente fuorvianti sull?onorabilità della comunità romena. Un popolo che con il suo lavoro contribuisce alla crescita del sistema economico italiano sia attraverso le numerose imprese del nostro Paese delocalizzate in Romania sia con i molti immigrati presenti nella nostra terra. Inoltre, usare la comunità romena, per meri interessi partitici è una cosa riprovevole perché mette a repentaglio la buona convivenza tra le persone e rischia di creare inutili “mostri” che non facendo altro che alimentare l?odio e il pregiudizio, quello stesso pregiudizio che fu all?origine di quel celebre linciaggio magnificamente e drammaticamente descritto dal grande Manzoni nella sua “Storia della Colonna Infame” . La Romania si è riscattata dalla dittatura attraverso una lotta democratica e popolare e questa nuova Nazione, oggi membro dell?UE, sa bene che questo lo deve ai tanti sacerdoti, i tanti intellettuali che negli anni della repressione e della dittatura dal profondo delle prigioni o dei luoghi di reclusione hanno combattuto, con la forza delle loro idee e con il sacrificio della loro stessa vita, contro ogni tentativo di allontanare la Romania dalla sua tradizionale vocazione ad essere terra cristiana, latina ed europea mantenendo sempre accesa la sacra fiamma della libertà. La Romania è già presente con propri uomini e mezzi nella difesa della Pace nelle diverse parti del mondo pagando, alle volte con il sangue dei suoi figli. Ovviamente fanno cronaca solo i crimini ed i criminali non la quotidiana vita di persone oneste. Di queste generalizzazioni erano vittime anche gli italiani emigrati, che spesso per colpa di qualche “mela marcia” venivano spesso additati come apparenti ad un popolo di criminali , tutto questo non era vero ovviamente ma non servi a salvare la vita a 11 poveri onesti immigrati siciliani linciati a New Orleans nel 1891. Se si vuole fare lotta politica, si faccia ma non a danno di comunità e soprattutto non ai danni delle persone.


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