Formazione

Raval e ramblas, così vicini, così lontani

23mila stranieri di 40 nazionalità. Sono l’anima di un quartiere straordinario e segreto nel cuore di Barcellona. Che oggi si può conoscere...

di Elisa Cozzarini

Sulle Ramblas sciami di turisti occidentali. Dietro, a pochi metri di distanza, nel Raval, il mondo. La Catalogna multietnica: strade strette, piazze, mercati, donne velate, turbanti, phone center, parrucchieri, ristoranti esotici. E anche una rete fittissima di associazioni. Largo il ventaglio delle mission.

Si va dalla lotta all?esclusione sociale sino alla promozione culturale delle numerose etnie del barrio. Dal 2000 sono arrivati nel Raval circa 23mila immigrati, di 40 nazionalità diverse. Sono ormai il 47% della popolazione del quartiere. Nella scuola materna ed elementare Ceip Collaso i Gil, più dell?80% degli alunni è di origine straniera. Una realtà spessa, ma invisibile per il turista tradizionale. Per toccarla con mano occorre contattare una delle tante realtà sociali che organizzano soggiorni di una settimana. La porta di ingresso più agevole è la sezione locale dello Sci – Servizio civile internazionale.

Si parte da via Salvador dove ha sede il Teb, che mira a valorizzare il ruolo delle nuove tecnologie in ambito sociale e mette a disposizione l?accesso a Internet per chi cerca lavoro. Lungo il percorso capita di imbattersi nella sede di una radio comunitaria. Lo studio è microscopico, ma si registra a ritmo serrato. Gli ascoltatori di Radialnet, rivelano gli speaker, sono praticamente tutti immigrati. Il Casal dels Infants del Raval dal 1983 lavora soprattutto con bambini, adolescenti e famiglie in situazioni di disagio, oltre a organizzare corsi di formazione professionale e avviamento al lavoro per disoccupati.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA