Mondo

Cina: dissidenti firmano lettera aperta al Congresso comunista

200 dissidenti hanno firmato una lettera aperta affinche' venga data una lettura obiettiva dei tragici fatti di piazza Tienanmen

di Redazione

Circa 200 dissidenti cinesi hanno firmato una lettera aperta al Congresso del partito comunista cinese, che si aprira’ venerdi’ a Pechino, affinche’ venga data una lettura obiettiva dei tragici avvenimenti del 3 e 4 giugno 1989, quando sulla Piazza Tienanmen della capitale cinese, le Forze armate schiacciarono nel sangue la protesta pacifica di decine di migliaia di persone. Secondo stime indipendenti, nella repressione morirono almeno 300 persone. Nella lettera, il cui testo e’ stato diffuso da Human Rights in China (Hrc), un gruppo basato a New York, i dissidenti chiedono il rilascio di tutti i prigionieri politici, il permesso per tutti gli esiliati di tornare in patria e la fine degli arresti domiciliari per l’ex leader comunista Zhao Ziyang, colpevole agli occhi delle autorita’ di essersi mostrato troppo vicino ai contestatori dell’89. I dirigenti di Pechino dovrebbero ”rispondere alle legittime richieste di mutamento politico che si levano dai cittadini – ha detto Liu Qing, il presidente di Hrc, ”Come primo passo, il governo dovrebbe riconoscere che il rispetto della libera espressione politica fa bene allo sviluppo ed alla stabilita’ della societa’ cinese”. Come sempre in vista di importanti appuntamenti di partito, la polizia cinese ha in questi giorni lanciato una vasta campagna di controlli, arrestando tra l’altro, ieri, l’attivista democratio Fang Jue. Il fatto e’ stato riferito dalla sorella di Fang, Liu Jing. Nella Cina meridionale e’ stato invece arrestato Xu Wanping, uno dei firmatari della lettera aperta.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA