Sostenibilità

Europa: torna il partito nucleare?

Resi noti oggi numerosi provvedimenti che fanno parte di un "pacchetto energia atomica". Protestano gli Amici della terra

di Giampaolo Cerri

Torna il partito del nucleare in Europa. Oggi la Commissione Europea dovrebbe rendere noto un vasto numero di provvedimenti in materia. Elaborato secondo i dettami del Trattato Euratom il “pacchetto nucleare” rappresenta uno tentativo di rilanciare l’energia atomica nell’Europa allargata. Infatti, accanto a direttive in materia di smantellamento di centrali, gestione dei rifiuti, importazioni di materiali e sicurezza dei reattori, il pezzo forte della proposta dovrebbe essere l’estensione della capacità di credito dell’Euratom, sì da poter finanziare la promozione di nuovi progetti nucleari. Gli Amici della Terra europei, insieme a numerose altre organizzazioni, chiedono invece di sospendere i provvedimenti, e di procedere invece alla riforma, urgentissima, del Trattato Euratom. Il Trattato, che ha più di 45 anni, è infatti obsoleto, poco democratico rispetto alla legislazione comunitaria corrente e deve essere riformato in modo radicale. E’ dunque necessario che la Commissione per il futuro d’Europa, che sta stilando la nuova Convenzione, lo esamini con urgenza, ne verifichi le incongruenze e lo metta in linea con la Convenzione. Secondo gli Amici della Terra gli aspetti più inaccettabili dell’Euratom sono che: 1) Non è mai stata introdotta una procedura di co-decisione con il Parlamento Europeo. 2) La promozione dell’attività nucleare e la regolamentazione della sicurezza rimangono indistinte, mentre dovrebbero essere separate e sottoposte a diverse autorità. * 3) Sotto il regime Euratom, e ancor più con il nuovo pacchetto, il settore nucleare viene a godere di sussidi pubblici a svantaggio di ogni altra fonte energetica, convenzionale e non. Ciò è in grave contrasto con le regole della concorrenza e del libero mercato dell’energia che la stessa Unione Europea sostiene di difendere. Secondo Amici della Terra-Italia, “attualmente non c’e’ equilibrio nel settore dell’energia e il nucleare gode di privilegi sproporzionati. Senza i sussidi pubblici non ci sarebbero più centrali in Europa e non se ne costruirebbero di nuove nei Paesi dell’Est. Questo va certamente contro la volontà dei cittadini del nostro Paese, che hanno rifiutato da oltre un decennio l’opzione nucleare, ma anche contro l’opinione pubblica europeo, giustamente preoccupata dai mai risolti problemi dei rifiuti e della sicurezza. Problemi, questi, sempre più gravi, quando si rileva, come denunciato sulla stampa francese in questi giorni, che ben 34 dei suoi reattori nucleari sono fuori norma2”.


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