Famiglia

Pedofilia: indagine Meter, attenzione alle chat

Don Fortunato di Noto: «I genitori esercitino un controllo discreto sulla rete»

di Gabriella Meroni

I ragazzi di oggi sono cittadini del cyberspazio, ma questo li espone a dei rischi. È il quadro che emerge dalla ricerca-sondaggio di Meter onlus, elaborata in due anni (2005/2006) e patrocinata dalla Regione Sicilia, Assessorato BB. Culturali e presentata ieri 6 maggio a conclusione della Giornata della Memoria dei Bambini Vittime. L?èquipe coordinata dalle psicologhe Di Fede e Passarello, e dagli avvocati Maria Suma e Francesco Marcellino, coordinatori dei progetti dell?Associazione Meter, l?associazione antipedofilia e a tutela dell?infanzia fondata e diretta dal sacerdote Fortunato Di Noto. La Meter ha passato al setaccio quasi 1.800 tra bambini e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori della Sicilia, coinvolgendo 4 province (Siracusa, Ragusa, Catania, Messina). E? stato somministrato un questionario con una eccellente collaborazione di tutti i dirigenti scolastici, docenti e alunni. IL CAMPIONE- In particolare, si tratta di 756 bambini ripartiti nei tre gradi della scuola media inferiore, e 1.043 per quella superiore. Di questi, 562 provengono dai licei e 481 hanno preso parte tra istituti professionali e tecnici. MEDIA INFERIORE: IL PC E? UN GIOCO- Dall?analisi dei dati, i ragazzini delle medie inferiori mostrano di avere un rapporto molto personale con il computer e quasi privato: il 56,4% degli intervistati ha ammesso di avere il Pc in camera anche se lo usa, nel 33% dei casi, per giocare. Solo il 21% preferisce scaricare file ed immagini. Il dato inquietante, però, è questo: il 70% dei ragazzi hanno ammesso di non dire nulla delle amicizie virtuali e in buona parte (42,55%) non ha mai navigato insieme ai genitori. Ecco come il computer diventa uno strumento di intrattenimento ma il rischio di brutti incontri ? e la possibilità di contare sul silenzio della potenziale vittima ? è dunque abbastanza alto. MEDIA SUPERIORE: IL PC E? UNO STRUMENTO DI CONOSCENZA- Diverso il caso dei ragazzi delle superiori, che hanno un rapporto completamente diverso rispetto a quello dei ?fratelli minori?. L?88,9% naviga in Rete e il 91,7% sa che cosa sia una chat, tant?è vero che almeno il 74,5% degli intervistati ha già chattato. Scende però la presenza di pc in camera, ?privilegio? di cui gode solo il 46% dei giovani oggetto dell?indagine. Ma internet? Per il 38,1% la Rete è uno strumento che serve per sfogare il desiderio di curiosità e scoperta che caratterizza l?adolescenza. In alcuni casi con un coinvolgimento emotivo importante, dal momento che il 23,6% si sente addirittura euforico davanti al computer e il 21,3% dei ragazzi, evidentemente stimolati dalle nuove tecnologie, ritiene più semplice instaurare dei rapporti di amicizia. Che evidentemente non sono sempre sinceri, se il 26% ha ricevuto delle proposte d?incontro da parte di chi ha conosciuto (e quindi a rischio di un contatto con un pedofilo), mentre il 25,6% del materiale sessuale non richiesto. Cosa che, almeno nell?11,8% dei casi ha prodotto dell?imbarazzo. Don Fortunato Di Noto dichiara: ?Le nuove tecnologie non sono un tabù per gli adolescenti del XXI secolo. Che anzi si trovano a proprio agio e non temono di servirsene. Esponendosi così al rischio di cattive frequentazioni o incontri non poco rassicuranti. È proprio per questo che Meter suggerisce un controllo maggiore ? ma discreto – da parte dei genitori, e un dialogo sulle amicizie telematiche dei figli. Proprio perché la Rete continui ad essere una rete da cui prendere informazioni serenamente, e non per essere presi.? Vai al sito dell’associazione Meter


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