Cultura

Vanessa, la sicurezza ai tempi del Grande Fratello

Questa storia terribile sembra affermare in maniera definitiva l’utilità delle telecamere, ma francamente ...

di Franco Bomprezzi

Un gesto di follia, una violenza assurda, una morte impressionante: la vicenda della metropolitana di Roma porta con sé molte conseguenze sulle quali nel prossimo futuro dovremo riflettere. La morte di Vanessa trafitta dalla punta di un ombrello brandito da una giovane prostituta romena ha impressionato tutta Italia e non basta la velocità delle indagini e l?arresto della ragazza a chiudere il caso.

Due sono gli effetti fulminanti di una storia di cronaca così potente. Prima di tutto l?accettazione quasi senza resistenze dell?utilità del Grande Fratello, ossia del circuito di telecamere che ci osserva quasi ovunque, dalla mattina alla sera alla notte. Le nitide immagini trasmesse dai telegiornali, rilanciate dai quotidiani e dai siti internet, non solo hanno consentito di trovare rapidamente le due ragazze protagoniste della violenta lite in metropolitana, ma hanno dimostrato ciò che già sappiamo, e cioè che la tecnologia sta cambiando drasticamente il metodo e la qualità delle indagini su fatti criminali, e la privacy non è altrettanto importante, se confrontata alla sicurezza dei cittadini. È un precedente che francamente mi preoccupa, non perché in questo caso non sia stato giusto agire così, ma perché in futuro sarà sempre più facile ricorrere al videocontrollo per assicurare la tranquillità sociale.

E la seconda, tragica conseguenza, è l?accresciuta paura collettiva nei confronti degli stranieri, uomini e donne, che usano quotidianamente i mezzi pubblici, per lavorare nelle nostre case o nelle nostre aziende, ma troppo spesso anche per rubare, spaventare, aggredire. Alla morte di Vanessa si aggiunge, per tante donne immigrate, la morte della speranza di essere accettate qui e adesso, in questo mondo spaventato e confuso.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA