Famiglia

Caro Berlusconi, anche invecchiare è un’arte

Siamo in una civiltà ossessionata dalla decadenza del corpo. Francamente non sarebbe più facile accettare con dignità i propri 70 anni?

di Franco Bomprezzi

Il botulino «per non diventare invisibile». È questa l?agghiacciante scoperta del Financial Times in un viaggio fra le tendenze delle donne in carriera non più giovanissime. Una iniezione ogni sei mesi, per spianare ogni ruga, per non invecchiare. Mai. Fino alla morte. Che comunque arriverà. Inutile stupirsi e indignarsi, il mondo ?ricco? vive di queste cose, e una ben determinata industria della ?salute? prospera e si alimenta delle paure collettive. Nel mondo del lavoro oggi, dice Lucy Kellaway, esperta di politiche e vite aziendali, «sembrare vecchia è peggio che essere grassa». Di qui la corsa a rifare ogni dettaglio del corpo. Francamente credo che sia inaccettabile. Come è triste e doloroso assistere all?invecchiamento impossibile di Silvio Berlusconi. Umana la solidarietà per una persona che non si risparmia, e che cerca comunque di essere indistruttibile, però credo che ci sia un limite a tutto, e che il modello da diffondere, per tutti, sia un altro, e cioè quello della serena e consapevole accettazione dei limiti crescenti, nel fisico e nella mente. Il futuro ci prefigura una società di vecchi curati a lungo, sospesi nel tempo. È quasi uno scenario da fantascienza. Ma è nelle nostre possibilità evitare tutto questo, ragionando pacatamente sui limiti, vivendoli come insiti nella natura umana. L?espressione terrea di Berlusconi, il suo malore dilatato dai media, forse possono essere lo spunto per un atteggiamento più rispettoso della ?macchina uomo? così come la conosciamo. Non c?è niente di male ad avere settant?anni. E magari a viverli con i tempi giusti, senza tentazioni da ?highlander?. Semplicemente con dignità.


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