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Tutte le notizie da mettere in banca

Un database costantemente aggiornato può risolvere in tempo reale gran parte dei problemi che un’azienda deve affrontare

di Silvia Nidasio

Nella precedente puntata, abbiamo spiegato perché un buon sistema informativo può risultare decisivo nello sviluppo di un?impresa non profit e della sua capacità di fronteggiare le sfide del mercato. Dopo aver delineato gli obiettivi a cui il sistema delle informazioni deve rispondere, si può passare alla progettazione del sistema vero e proprio, partendo dall?analisi della situazione contingente in termini di informatizzazione (numero di personal computer disponibili, esistenza di una rete comune, livello delle capacità informatiche del personale), di comunicazione interna (supporti usati – cartacei, orali, e-mail; velocità di trasmissione, distorsione dei dati), e di reperimento delle informazioni presso l?esterno (frequenza contatti con istituzioni pubbliche, banche, altri enti; scopo di questi contatti, attenzione prestata ai dati così ottenuti). Il database: cosa contiene e a cosa serve Lo strumento più agevole e diffuso per la gestione delle informazioni è oggi sicuramente il database, ovvero una banca dati su computer capace di risolvere, almeno in parte, il problema dell?integrazione delle procedure. Esso consente infatti: 1) una maggiore facilità di accesso agli archivi di dati già esistenti; 2) la possibilità di sviluppare nuove applicazioni sulla base di dati già esistenti; 3) una maggiore possibilità di integrare i dati elaborati da applicazioni differenti per poter rispondere alle esigenze informative dei livelli direzionali superiori. Sicuramente un database, per fornire nel tempo i benefici che gli vengono riconosciuti, deve contenere i dati inerenti ai soci (nome, cognome, indirizzo, età, ecc.), alle quote da essi versate e al momento in cui sono state ricevute (mese, in occasione di particolari ricorrenze o manifestazioni, ecc.), nonché i dati sugli utenti, sulle loro esigenze e sulla frequenza con cui usufruiscono dei servizi offerti. Queste informazioni permettono di realizzare una personalizzazione del rapporto con i soggetti con cui si entra in relazione, focalizzando l?attenzione sulla qualità dei servizi erogati e dei contatti avuti. È importante, inoltre, stabilire con quale periodicità il database va aggiornato e chi può avervi accesso, anche in considerazione della vigente legge sulla privacy. La gestione delle informazioni economiche Accanto a questo sistema d?archiviazione, l?altro grosso capitolo da progettare è quello della gestione delle informazioni economiche che devono essere usate come strumento di controllo strategico dell?attività (allocazione risorse, raggiungimento degli obiettivi), e come strumento per dimostrare ai terzi le modalità di creazione del valore aggiunto. Per assolvere a questa duplice finalità occorrono la tenuta della contabilità generale e la redazione del bilancio d?esercizio, utili soprattutto verso l?esterno, la tenuta della contabilità analitica (riferita ai singoli centri di responsabilità o a ciascun programma) e la redazione di budget previsionali da confrontare con i rendiconti a consuntivo, necessari in particolare alla direzione interna dell?ente. A questo scopo può bastare un programma informatico che agevoli la tenuta della contabilità e che fornisca le più semplici analisi statistiche circa l?andamento delle entrate, delle uscite, e così via. Una volta posto in essere un sistema informativo capace di archiviare e ordinare tutti questi dati, bisogna prevederne la gestione, ovvero la manutenzione, per esempio dei Pc, e la creazione di copie dei dati, nonché il periodico aggiornamento del database e del software in grado di elaborarne i dati. Infine, vanno valutati i vantaggi derivanti dall?introduzione del sistema informativo in termini di maggior efficienza acquisita nel rispondere ai bisogni degli utenti e del mercato (in quanto tempo si possono fornire i dati sull?ultima raccolta fondi?), in termini di accresciuta qualità dei servizi offerti (a quante più domande e richieste si riesce a rispondere grazie ai dati che si ha davanti?), di riduzione dei tempi di ottenimento dei dati utili ai diversi livelli operativi (quanto tempo occorre per cercare i dati sulle donazioni ricevute nell?ultimo mese?), e così via. Bisogna ricordare che spesso nelle organizzazioni non profit la comunicazione informale, oltre a essere preponderante, si sviluppa attraverso il dialogo non sempre costante tra volontari e dipendenti e tra questi e la dirigenza. Evidentemente un sistema informatizzato permette di eliminare gran parte delle distorsioni che tutto ciò comporta, e quindi, a fronte dei costi di introduzione del sistema (costi delle attrezzature e della relativa formazione del personale), vanno considerati i vantaggi a medio-lungo termine di cui l?intera organizzazione potrà giovarsi grazie alla tempestività e alla precisione delle notizie di cui la dirigenza, e per converso gli operatori, potranno finalmente disporre. (2. Fine. La precedente puntata è stata pubblicata sul numero scorso)


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