Welfare

Droga: l’intervento di Ferrero a Strasburgo

Il testo integrale dell'intervento del ministro, che illustra la politica italiana di contrasto al fenomeno

di Redazione

Il Ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha partecipato lunedì 27 e martedì 28 novembre alla Conferenza ministeriale del Gruppo Pompidou (Gruppo di cooperazione in materia di lotta all’abuso e al traffico illecito di stupefacenti) che si è tenuta al Consiglio d’Europa a Strasburgo. Il Gruppo Pompidou costituisce un consesso multidisciplinare che, su scala europea, permette ai politici, ai professionisti e ai ricercatori di discutere, di scambiare opinioni, idee ed esperienze sulle questioni legate alla tossicodipendenza. Ecco l’intervento del ministro (pubblicato sul sito www.welfare.gov.it) Grazie Signor Presidente. Signor Segretario Generale, Onorevoli Ministri e Vice Ministri, Distinti Rappresentanti, Signore e Signori, il problema della lotta alle tossicodipendenze è purtroppo ancora drammaticamente all’ordine del giorno nel nostro Continente. Un problema che si allarga oggi all?alcool, al doping, agli psicofarmaci, e in generale a altre forme di dipendenza. Il Gruppo Pompidou è un utile strumento per affrontare sulla base delle evidenze scientifiche il fenomeno dei consumi, degli abusi e delle dipendenze derivanti dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, sia legali che illegali. Il nuovo Governo italiano ha intenzione di incoraggiare e promuovere l’approccio pragmatico, muldisciplinare, innovativo previsto dal programma di lavoro 2007 – 2010 del Gruppo Pompidou. Ci sentiamo anche impegnati ad offrire il nostro contributo di idee e a tal fine ritengo utile illustrare qui brevemente le linee direttrici della rinnovata politica italiana contro la droga e le dipendenze in genere. Un primo dato significativo è rappresentato dal fatto che ad intervenire in questo consesso sia stato chiamato il Ministro della Solidarietà Sociale, a cui compete la titolarità per la politica sulle droghe. Ciò testimonia lo spostamento dell?approccio del nuovo governo italiano, da quello marcatamente penale, a quello sociale ed inclusivo. L?aumento del consumo di pressoché tutte le sostanze stupefacenti illegali come ulteriormente evidenziato dal recentissimo rapporto dell?Osservatorio di Lisbona testimonia come l?accentuazione delle azioni repressive nei confronti dei consumatori, a scapito dei percorsi di prevenzione, aiuto e cura, non ha portato a risultati degni di nota. Per questo, l’azione italiana intende svilupparsi nell’ambito della cosiddetta strategia dei “quattro pilastri”. Rispetto al primo di tali pilastri, decisiva è la lotta al narcotraffico. Nel confermare che l’Italia è determinata a condurre una guerra senza quartiere contro i “signori della droga”, ritengo che sarebbe utile fare un bilancio sulla efficacia delle azioni di contrasto e repressione fin qui svolte dalla Comunità internazionale. Non ho purtroppo il tempo di farlo nei pochi minuti di questo mio intervento, salvo che per enunciare due concetti: il primo: l’attività repressiva sarà più efficace se verrà concentrata prevalentemente contro le grandi organizzazioni criminali che gestiscono il narcotraffico; secondo, dobbiamo riflettere sulla questione della riconversione delle colture, nella consapevolezza che questi progetti non daranno i risultati attesi se non associati a interventi rivolti a garantire ai contadini dignitose condizioni di vita, capaci cioè di innescare un percorso verso l’affermazione di una cultura della legalità. Si devono inoltre segnalare le modifiche del mercato delle droghe: ad esempio oggi in Italia si sta cercando di mettere la cocaina al centro del mercato vendendo una dose a otto euro. In tema di prevenzione, il secondo pilastro della nostra azione, è prioritario nella fascia di età adolescenziale e pre-adolescenziale il coinvolgimento degli adulti, cioè in primo luogo delle famiglie, nonché di coloro che svolgono un ruolo educativo. Si tratta di svolgere insieme un lavoro per promuovere il valore “salute della persona” all’interno di un contesto sociale che spinge sempre più i giovani ad identificarsi come consumatori, spesso oltre la soglia dell’abuso, di prodotti legali e/o illegali. Fondamentale, in questo processo preventivo, è il coinvolgimento dei gruppi dei pari, portatori di competenze e risorse di aiuto così come, in contesti più commerciali, il reale coinvolgimento degli organizzatori di eventi e dei gestori di locali di forte richiamo. E’ inoltre intenzione del Governo promuovere azioni di informazione e prevenzione anche per quanto riguarda la diffusione delle sostanze dopanti e di psicofarmaci tra la popolazione. Infine il 4o pilastro, la riduzione delle conseguenze negative legate all’uso di droga. Questo ambito, ha alla base un paradigma fondamentale: tolleranza zero nei confronti delle grandi organizzazioni criminali, massimo livello di assistenza per i tossicodipendenti. Noi riteniamo che lo Stato debba combattere senza esitazioni i narcotrafficanti, e con la stessa determinazione stare a fianco delle persone che si trovano in una situazione di difficoltà, per aiutarle ad uscire dalla tossicodipendenza o, almeno, a non morirne. Noi non proponiamo forme di “liberalizzazione” o depenalizzazione delle sostanze stupefacenti, sia che esse si vogliano considerare “leggere” oppure “pesanti”, ma riteniamo che il consumo di tali sostanze vada “decriminalizzato”, anzitutto per rendere piu efficace la lotta al narcotraffico e facilitare la relazione tra operatori sociali e consumatori. In conclusione, vorrei riassumere il senso dell’approccio che ho cercato di descrivere: ci sono le persone, con i loro bisogni e le loro fragilità. Ci sono le sostanze, quelle di ieri (l’eroina), di oggi (le droghe sintetiche, la cocaina) e di sempre (l’alcol, il tabacco). Ci sono le politiche, fatte di repressione del narcotraffico, di prevenzione dei consumi, di cura delle persone, di riduzione dei rischi individuali e collettivi. E ci sono le letture di un fenomeno che, continua a dividere e ad accendere il dibattito. L’universo delle dipendenze è un universo frastagliato e complesso: per avvicinarlo occorrono chiavi di lettura che non semplifichino. Siamo certi che il Gruppo Pompidou per sviluppare questa strategia.


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