Cultura

Roma: un neonato su 10 è straniero

Lo rivela la ricerca ' Nati stranieri a Roma: possibilita' di stima e tradizione' svolta dal Centro Studi e Ricerche Università La Sapienza in collaborazione con Ufficio Statistica Comune di Roma

di Redazione

Su circa 26.000 bambini nati a Roma nel 2004, oltre 2.600 hanno entrambi i genitori stranieri. Il totale delle nascite di origine straniera arriva a 3.800 se si considerano anche i neonati registrati all’Anagrafe di Roma da almeno un genitore non italiano. L’incidenza dei neonati di origine straniera sul totale dei neonati, attualmente attestata a quota 13%, e’ comunque destinata a salire nei prossimi quindici anni e raggiungere, a seconda delle dinamiche demografiche e sociali, valori compresi tra il 24 e il 32%: nel 2020, dunque, a Roma un neonato su tre potrebbe essere di origine non italiana. Sono questi i risultati messi in luce dalla ricerca ‘ Nati stranieri a Roma: possibilita’ di stima e tradizione’ svolta dal Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche su Roma dell’Universita’ degli studi ‘La Sapienza’con la collaborazione dell’Ufficio Statistica del Comune di Roma e pubblicata sul secondo numero della rivista ‘I numeri di Roma. Statistica per la citta”. I dati della ricerca sono stati presentati stamattina in Campidoglio. Sono intervenuti: Eugenio Sonnino, direttore del Cisr, centro interdipartimentale di studi e ricerche sulla popolazione e la societa’ di Roma dell’Universita’ degli studi di Roma ‘La Sapienza’, Marco Causi, assessore alle politiche Economiche, Finanziarie e di Bilancio, Franca Eckert Coen, delegata del sindaco per le Politiche della Multietnicita’ e dell’Intercultura e Silvana Sonnino, dirigente dell’ufficio comunale di Statistica di Roma. ‘Questa ricerca e’ stata per noi una sfida difficile per la scarsita’ dei dati di partenza e per la difficolta’ di prevedere andamenti futuri – cosi’ dichiara Sonnino – La di la’ dei limiti rilevati questa indagine e’ importante sia per la quantita’ dei dati rilevati e sia per le informazioni sociali e politiche. La prima questione da stabilire e’ stata la tipologia della nascite. Abbiamo individuato, infatti, 9 tipologie di nati in base alla cittadinanza dei genitori e a quella acquisita dalla nascita che poi abbiamo cercato di ridurre in tre grandi categorie di riferimento. I dati delle iscrizioni anagrafiche di Roma mostrano che il 67.9% dei bambini nati nel 2004 ha entrambi i genitori stranieri, il 24,7% dei bambini ha madre straniera e padre italiano e il 7.4% ha madre italiana e padre straniero”. ”Nei prossimi anni – continua – e’ previsto un notevole incremento delle nascite di madri straniere, frutto dell’aumento dei flussi migratori a Roma e della crescente integrazione delle delle famiglie ed in particolare delle donne: in termini assoluti, secondo le proiezioni statistiche, nel 2020 le culle non italiane potrebbero essere fra le 4.200 e le 6.400. Parallelamente, nell’arco dei prossimi quindici anni Roma, cosi’ come tutto il paese, si avvia a scontare da un lato l’onda lunga della contrazione delle nascite verificata tra gli anni ’70 e la prima meta’ degli anni ’90, e dall’altro le conseguenze della bassa propensione alla maternita’ delle italiane: a fronte di tale contesto, il previsto aumento della natalita’ di origine straniera, di per se’ fisiologico nelle comunita’ ad alto tasso di immigrazione, assume un peso rilevante”. In assoluto la piu’ spiccata tendenza alla maternita’ e’ da attribuirsi alle egiziane, tradizionalmente non inserite nel mondo del lavoro e legate quasi esclusivamente alla cura della famiglia, con una media di 4.5 figli a testa. Seguono le donne bangladesi (3.4), le cinesi (2.6 figli), le romene (1.9), le filippine (1.5), le peruviane (1.3) e le polacche (1.2). Per alcune nazionalita’ (come nel caso delle donne cinesi e romene) si rileva un tasso di fertilita’ superiore a quello registrato nei rispettivi paesi di provenienza, come probabile risposta delle donne ad una migliore qualita’ delle condizioni di vita riscontrata a Roma rispetto a quella del paese d’origine; la maternita’ e’ invece piu’ bassa nel caso di altre nazionalita’ ( Filippine e Peru’), in corrispondenza di una immigrazione di piu’ antica data e di un inserimento full time delle donne nel mercato del lavoro, che comporta un0intensita’ delle nascite sempre piu’ allineate con quelle delle italiane. Il quadro della seconda generazione dell’immigrazione capitolina permette anche di prevedere l’andamento futuro della composizione della popolazione piu’ giovane di Roma: se oggi nella fascia 0-14 anni la proporzione di ragazzi di origine non italiana e’ del 6-7%, all’inizio del 2010 arrivera’ a livelli variabili tra l’11 e il 12%, tra il 14 e il 17% nel 2015, e nel 2020 tra il 17 e il 22%. ”I dati confermano l’opportunita’ sempre piu’ stringente di potenziare i servizi sociali della citta’ – dichiara Marco Causi – l’opportunita’ sempre piu’ stringente di potenziare i servizi sociali della citta’ e in particolare quelli rivolti alla fascia materno-infantile. Se tra i 10 o 15 anni vivranno a Roma molti piu’ bambini di origine non italiana l’amministrazione dovra’ potenziare, tenendo anche conto della geografia demografica dei diversi Municipi, i servizi di mediazione culturale negli asili nido e nelle scuole, i servizi di accoglienza e orientamenti delle famiglie”. ”Dovremo ulteriormente aumentare – aggiunge Marco Cauzi – i progetti per l’integrazione, per l’apprendimento delle lingue e per l’educazione alla multiculturalita’. Questi bambini sono dei cittadini di Roma di origine italiana, e hanno gli stessi diritti dei loro compagni all’inserimento sociale, culturale, scolastico per avere, domani, pari opportunita’ di accesso al lavoro ed alla mobilita’ sociale. Abbiamo l’opportunita’ di conoscere in anticipo come cambiera’ il volto di Roma da qui al 2020 – e conclude – dobbiamo avere la saggezza di investire intelligenze me risorse nella giusta direzione”. ”L’ufficio di statistica del comune di Roma – dice Silvana Sonnino – lavora da tempo su ‘ricerche di cambiamento’ e fa ricerche cercando di rielaborare i dati. Ad esempio cercando di stabilire l’andamento delle natalita’ e denatalita’ degli stranieri a Roma cerchiamo di dare alle amministrazoni strumenti per intervenire in tempo con interventi conoscitivi ed operazinali. La pubblicazione presentata oggi e’ utile a tutti, leggibile e comprensibile per tutti i cittadini interessati a conoscere i cambiamenti sociali ed economici della citta”’. Franca Eckert Coen, ideatrice e committente della ricerca sottolinea l’importanza di conoscere da vicino i cittadini stranieri presenti a Roma. ”Credo che l’universita’ – dichiara – sia l’ambito giusto a cui rivolgersi per ottenere questi dati. E’ importante conoscere i futuri cittadini di Roma. ‘Roma e’ citta’ aperta’ ma deve avere una politica sull’immigrazione per conoscere i propri cittadini tenendo conto dei pregi e dei difetti delle altre politiche sull’immigrazione degli altri paesi europei – e conclude -Dobbiamo cercare di educare gli stranieri ed anche noi stessi alla cittadinanza per essere tutti stranieri e tutti italiani”.

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