Famiglia

La World Social Agenda sull’Asia al femminile

Se ne è discusso venerdì 24 novembre alla Libera università di Bolzano nella conferenza organizzata all'interno di "Asia Libera"

di Paolo Manzo

Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è parlato di diritti, di speranza e di partecipazione attiva venerdì sera alla Libera Università di Bolzano per la Conferenza della World Social Agenda quest’anno dedicata all’Asia dal titolo “Asia al femminile: tra economia informale e partecipazione politica”. La donna come testimone privilegiata, portavoce dell’ essere reali agenti per lo sviluppo e il cambiamento. Dolma Gyari, Vicepresidente del Parlamento tibetano in esilio, Roopa Metha e Dewi Novirianti hanno commosso la platea della Lub con le loro storie. Visibilmente scossa Dolma Gyari ha lanciato un appello ai presenti e a tutta la comunità internazionale affinché si faccia portavoce della causa tibetana e in particolare della difesa dei diritti delle donne. “Sono orgogliosa di essere donna”, ha affermato Dolma, anche se in Tibet non è facile.Nel 1959 le donne hanno protestato e da allora continuano a protestare e ogni sostegno, anche semplicemente morale è benvenuto. Noi donne che siamo in esilio abbiamo scelto la nonviolenza: non è facile quando si vedono le proprie madri o sorelle stuprate, quando alle donne è impedito di essere madri con azioni di aborti forzati e sterilizzazioni di massa imposte dal governo cinese, quando la libertà di espressione e religiosa è totalmente negata. Ma il Dalai Lama ci ha indicato questa via, la non violenza e noi crediamo che sia la soluzione duratura. I cittadini tibetani, continua Gyari, sono cittadini di seconda classe in Cina: ma noi lanciamo un appello Aiutateci a conservare la “razza” non abbandonateci a metà strada, per i diritti umani e la felicità. Arrestata 80 volte su segnalazione delle autorità cinesi dalla polizia indiana, lo dice con una punta di orgoglio. Dagli anni ’90 fa parte del Parlamento tibetano in esilio e copresidente dei parlamentari per la democrazia. Un storia di difesa e di tutela dei diritti delle donne in Indonesia, quella raccontata da Dewi Noviarianti, consulente legale indonesiano. La tutela dei diritti umani delle donne passa attraverso la presa di coscienza e di consapevolezza dei loro diritti da parte delle donne. Dewi si occupa di un progetto di difesa dei diritti delle donne che hanno responsabilità di capofamiglia in Indonesia. Il progetto di empowerment femminile si realizza in Aceh, West Java e in altre 6 provincie indonesiane dove oltre il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e dove il sistema giuridico dal 1974 sostiene che il capofamiglia e quindi il detentore di ogni diritto è l’uomo. La conseguenza per le donne è una quasi totale emarginazione dalla società e una violenza domestica che il più delle volte non viene nemmeno considerata. Infine Roopa Metha di Sasha, una delle prime realtà di commercio equo in Oriente. Sasha è un acronimo che significa Fondazione per la pace nel mondo. La premessa, sostiena Metha, per la pace nel mondo sono giustizia, equità, sicurezza economica. Non solo empowerment culturale dunque, ma anche empowerment economico che renda le donne responsabili e reali attori e agenti dello sviluppo e del cambiamento I lavori sono stati introdotti da Elisabeth Spergser, dell’Ufficio Affari di Gabinetto della Provincia di Bolzano che da anni si occupa di progetti di cooperazione nel sud del mondo. Elisabeth Spergser ha sottolineato come in Asia ci sono 900 milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e come in Bangladesh ad esempio le donne lavorano 10 ore al giorno per 18 euro al mese ne versano 15 per pagare una stanza dove dormire. L’Asia è un paese caratterizzato da enormi contrasti, dove accanto alla Corea e al Giappone si trovano realtà come Tibet, India, Bangladesh dove i diritti sono negati e la povertà è diffusa. Ma di fronte alla domanda finale della moderatrice della Conferenza, la giornalista Floriana Gavazzi, la risposta di chi ha scelto la via della partecipazione attiva è unica: tutto il nostro lavoro, sostengono, è fondato sulla speranza. Ulteriori informazioni sulla manifestazione sul sito www.worldsocialagenda.org


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