Sostenibilità

Scusi, quanto consuma l’appartamento?

È la domanda che il signor V. fa a un attonito agente immobiliare. Che lo prende per matto. E invece è una domanda che tutti dovremmo porci. Ecco perché... di Simona Giordano

di Redazione

Immaginiamo un signore, vestito in maniera eccentrica, dall?aria piuttosto pignola e lo sguardo fantasioso. Immaginiamo che si chiami signor V., e immaginiamo di coglierlo mentre si reca in un?agenzia immobiliare della sua città per comprare una casa. Ora, il signor V., vagliate tutte le possibilità e selezionato un paio di proposte con l?agente immobiliare, domanda, per poter compiere la scelta definitiva, quanto ognuna di queste case consuma; una domanda semplice, che tutti pongono quando si tratta dell?acquisto di una macchina, ma che non venendo mai fatta per un?abitazione, stupisce l?agente. Immaginiamo che il signor V. si metta allora a parlare di questo strano fenomeno, per cui nessuno pensa alla casa come ad un corpo, e che termini come bioedilizia o edilizia sostenibile comincino a palesarsi soltanto adesso, ma che fino a vent?anni fa casa e ambiente erano due entità separate, e la possibilità che l?una potesse avere un impatto sull?altro non era neanche contemplata. Come se le mandrie di casermoni che negli anni 60 e 70 hanno invaso le periferie delle città industriali o le strisce colorate delle villette a schiera di zone più residenziali non esistessero realmente, e non inquinassero anche loro. Le case, pur dovendo offrirci un tetto e proteggerci, nell?immaginario collettivo erano considerate ologrammi, proiezioni da lanterna magica, o forse miraggi nel deserto di cemento. La terza pelle Ma finalmente, conclude il loquace signor V. sotto lo sguardo diffidente dell?agente che si chiede se il suo cliente faccia uso di sostanze psicotrope o sia semplicemente un lascito della legge Basaglia, negli ultimi anni si comincia a considerare l?edilizia come un insieme di corpi reali e anzi, con l?aiuto di discipline quali la bioarchitettura vengono pure azzardati veritieri paragoni tra l?involucro del corpo umano e quello delle nostre abitazioni. «Lo sapeva, lei», chiede il signor V., «che essendo la sua funzione quella di coprirci, potremmo considerare la nostra casa come una ?terza pelle?, dopo l?epidermide e i vestiti? E che, applicandole gli stessi criteri della prima, dovremmo per forza concludere che la sua caratteristica qualitativa principale, quella che dovremmo ricercare in un edificio, è la capacità di inspirare ed espirare liberamente? Oltre a presentare una buona permeabilità al vapore acqueo, lo spazio abitativo dovrebbe perciò essere in grado di ?partecipare biologicamente? a tutte le funzioni vitali. Gli elementi dell?involucro e i materiali che lo costituiscono devono favorire la vita, partecipando e mantenendo attivi i processi biologici, come ad esempio la degradazione biochimica delle sostanze tossiche che si accumulano nell?abitazione». Un dizionario speciale L?agente immobiliare, che si sente privato non solo di quelle che credeva essere le sue capacità cognitive, ma anche dei punti di riferimento socio-culturali del suo vocabolario, scuote la testa confuso. «Guardi, è praticamente una questione linguistica», sentenzia lucido il signor V., con una lieve punta d?amarezza, perché, passando la cultura dalla fondazione di una lingua, se non si crea la lingua, non si crea la cultura e quindi la conoscenza. E immaginiamo a questo punto, che il signor V. apra un piccolo notes, un oggetto simile ad un Moleskine su cui ha preso appunti per un ipotetico Dizionario della casa ecologica e che mostri allo spaesato ma ora incuriosito agente le voci. Materiali da costruzione ecologici con relativa spiegazione: per ?materiale da costruzione ecologico?, si intende un materiale sostenibile, valutato cioè sulla base dell?impatto che esso può determinare sulla salute dell?ambiente e del pianeta terra. I materiali più ecologici sono: la pietra, fatta eccezione per alcuni tipi, come il tufo di origine vulcanica, che possono emettere radon. Il laterizio, da un punto di vista biologico, è addirittura più sicuro della pietra: non mostra alcun segno di emissioni pericolose, dura a lungo, è facilmente reperibile e facilmente riciclabile, dalle elevate caratteristiche prestazionali. I muri in laterizio sono adatti anche per essere utilizzati nelle zone sismiche. Il legno, il cemento, il ferro, da utilizzare quest?ultimo con la dovuta cautela in quanto da un lato può essere riciclato a costi relativamente ridotti rispetto a quelli di produzione, ma dall?altro può presentare una riduzione delle prestazioni originarie. Immaginiamo che il signor V. esca dall?agenzia immobiliare avendo spinto l?agente immobiliare almeno a chiedersi con che materiale è costruita la sua abitazione e quelle che lui stesso propone per lavoro. E, in uno sforzo estremo di ottimismo, immaginiamo che il suddetto agente abbia un cugino giornalista che, vuoi per gioco, vuoi per effettiva buona volontà, si prenda la briga di riportare le parole del signor V., per esempio su un giornale, e che le poche voci annotate sul suo Moleskine siano le prime di un vocabolario ecologico che possa diventare di uso comune. Forse in questo modo un concetto come quello di sostenibilità edilizia non resterà il vezzo di qualche eccentrico isolato, ma diventerà un linguaggio e un?esigenza comuni a tutti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA