Mondo

Otto domande e otto risposte

Per capire cosa è successo nell'isola di Timor

di Redazione

1. perchè Timor è divisa in una parte occidentale e in una orientale? L?isola di Timor è stata una colonia portoghese dal 1642. Alla fine del XVII secolo e durante il seguente i Paesi Bassi estendono però il loro impero su tutto il resto dell?arcipelago. Nel 1859 un accordo tra le due potenze coloniali divide l?isola assegnando Timor Est ai Portoghesi e Timor Ovest agli olandesi. In seguito alla proclamazione di indipendenza dell?Indonesia, avvenuta nel 1945, gli olandesi si ritirano da Timor Ovest ma i portoghesi conservano la loro colonia nella parte orientale. Nel 1974, dopo una sollevazione popolare (nota come ?la rivoluzione dei garofani?) i colonizzatori di Lisbona sono costretti a lasciare l?isola che, dopo una prima fase in cui i ribelli dichiarano l?indipendenza, viene invasa dall?esercito indonesiano nel 1975 e quindi annessa definitivamente l?anno seguente. 2. Da quanto tempo dura la lotta per l’indipendenza di Timor Est? Timor Est (la cui popolazione è a maggioranza cattolica) non ha mai accettato di far parte dell?Indonesia (in prevalenza musulmana). Gli scontri tra indipendentisti e filoindonesiani hanno insanguinato soprattutto gli anni Settanta (200 mila vittime tra il 1976 e il 1979) e gli anni Novanta. Nel 1991 decine di dimostranti indipendentisti furono fucilati in piazza a Dili. Nel 1996 due timoresi dell?Est, monsignor Carlos Belo e Jose Ramos-Horta vinsero il premio Nobel per la pace grazie al loro impegno di lotta pacifica per l?indipendenza dell?isola. Le dimissioni, nel maggio 1998, del dispotico presidente indonesiano Suharto, che aveva sempre avversato ogni autonomia, hanno dato nuovo slancio alla causa dell?indipendenza di Timor Est. 3. Quali erano i termini dell’accordo firmato in maggio a New York sul futuro di Timor Est tra Onu, Portogallo e Indonesia? L?accordo siglato tra l?Onu, il ministro degli Esteri indonesiano Ali Alatas e il suo omologo portoghese Jaime Gama, comportava tre documenti: la proposta di uno statuto di autonomia del territorio destinato ad essere approvato o respinto con l?indizione di un referendum popolare; un accordo riguardo la sicurezza e la regolarità del voto e le modalità di scrutinio dello stesso. 4. Ma che c’entra ancora il Portogallo? L?annessione all?Indonesia di Timor Est (2 giugno 1976) non fu mai riconosciuta dalla Commissione di decolonizzazione delle Nazioni Unite. Per l?Onu il Paese continua ad essere affidato in amministrazione fiduciaria al Portogallo. Australia e Stati Uniti, invece, nel 1977 riconobbero l?annessione. 5. Cosa ha scatenato l’ultima crisi? Il 4 settembre scorso il 78,5% della popolazione di Timor Est vota un referendum per l?indipendenza dall?Indonesia. La reazione delle truppe filoindonesiane è cruenta: fonti Onu parlano di 20 mila morti e 200 mila deportati da Est a Ovest. Il 12 settembre Giakarta annuncia di accettare l?invio di truppe internazionali di pace per porre fine ai massacri. 6. Quale sarà ora l’atteggiamento del FMI, della Banca mondiale e dei finanziatori internazionali? Un aiuto internazionale di 47 miliardi di dollari è già stato approvato un anno fa per salvare l?economia indonesiana, dieci miliardi dei quali completamente versati. Il resto dello stanziamento è stato bloccato e dipende dalla capacità delle autorità indonesiane di uscire dall?attuale crisi, di riformare l?economia e garantire la democrazia. Nel frattempo FMI e Banca mondiale stanno conducendo un inchiesta sul destino di 80 milioni di dollari, destinati alla ristrutturazione del settore bancario indonesiano finiti invece nelle casse del Golkar, il partito del presidente. 7. Perchè la persecuzione dei cattolici? Al momento dell?annessione all?Indonesia i cattolici erano il 32% della popolazione, oggi sono il 90%. Negli ultimi vent?anni essa si è imposta come la principale forza di opposizione e vera voce delle aspirazioni di un popolo. Il numero di cattolici, triplicato in quindici, anni dipende anche dalla resistenza coraggiosa dell?episcopato e dell?assistenza delle sue reti sociali ed educative. Dall?inizio degli anni ?60 le cerimonie religiose a Timor Est si svolgono sotto il controllo di uomini armati (contingenti di musulmani Javanesi) che spesso turbano i riti. La Chiesa cattolica di fronte agli sforzi del regime di islamizzare l?isola con i coloni, personale amministrativo e insegnanti, si è opposta con le forme della resistenza passiva. Fonti vaticane affermano che nell?ultima ondata di scontri sono morti tre sacerdoti nella parrocchia di Suai, un gesuita a Dili, il direttore della Caritas di Timor Est e quattro suore ancora da identificare, mentre non si sa più nulla di altri 4 preti e altrettante religiose. 8. Come posso saperne di più? www.uc.pt/Timor/TimorNet.html, sito curato dall?università di Coimbra, in Portogallo. www.etan.org/ifet, sito dell?International Federation for East Timor (Ifet), offre una mappa della situazione umanitaria del Paese e gli indirizzi dei comitati che in tutto il mondo sostengono la causa dell?indipendenza di Timor Est (per l?Italia, Alberto Melandri, tel. 0532/765770, e-mail: robelliot@galactica.it)


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA