Politica

Messico, Lopez Obrador si nomina Presidente “legittimo”

Alle elezioni di luglio aveva perso per una manciata di voti, ma aveva accusato di brogli il suo avversario. Ieri si è proclamato nuovo Presidente di tutti i messicani

di Daniele Biella

Andres Manuel Lopez Obrador sarà l’altro Presidente del Messico. “L’unico”, dice lo stesso Obrador, “eletto in modo legittimo”. Ovvero, quello che avrebbe avuto più voti senza i brogli elettorali che, nelle elezioni del 2 luglio scorso, hanno visto trionfare il conservatore Felipe Calderon. Il primo dicembre prossimo Calderon riceverà il mandato dal suo predecessore e compagno di partito (il Pan, Partito di azione nazionale) Vicente Fox. Ma Lopez Obrador, nonostante le sue proteste post-elezioni non hanno avuto l’esito sperato (il riconteggio totale dei voti non è mai avvenuto), non ha intenzione di deporre le armi della disobbedienza civile. E ieri pomeriggio le sue intenzioni sono balzate agli occhi di tutti i messicani, quando nella plaza principale di Città del Messico (el zòcalo, una delle piazze più grandi del mondo), davanti a decine di migliaia di sostenitori, Lopez Obrador si è autoproclamato Presidente del nuovo “Governo legittimo” della Repubblica federale messicana. “E’ un onore rappresentare tanta gente libera come voi”, ha detto il progressista Lopez Obrador alla folla, “la mia intenzione è di costruire assieme una nuova Repubblica che lotti contro le frodi e la corruzione della classe dirigente”. Il rappresentante del Prd (Partito rivoluzionario democratico) ha poi detto che creerà una rete organizzativa su scala nazionale con più di un milione di rappresentanti sparsi lungo tutto il paese centroamericano. Mentre una senatrice gli collocava sul petto la fascia tricolore presidenziale, Lopez Obrador ha elencato i 20 punti del suo programma governativo. Tra questi, l’impulso a una profonda riforma dell’apparato governativo e l’organizzazione di mobilitazioni di massa nel caso di “colpi di spugna”, nei temi di interesse nazionale, di altre persone al potere. Primo fra tutti Felipe Calderon. “Proteggeremo i diritti di tutti i messicani e il patrimonio collettivo, nell’intento di dare al popolo la felicità che merita”, ha concluso Lopez Obrador tra le urla di approvazione dei suoi sostenitori.


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