Sostenibilità

La redditività? E’ in verde

Su 10 istitui analizzati, ben sei offrono prodotti “ecologici” e tutti sono attenti al fattore ambientale. Ma un limite c’è...

di Francesco Maggio

I rischi ambientali hanno un impatto diretto sulla capacità delle banche di generare profitti. Fino a ieri si trattava di poco più di un?ipotesi scolastica, formulata da ?certa? dottrina. Oggi, invece, è l?esperienza a dimostrare che gli istituti di credito che non prendono nella dovuta considerazione la ?questione sostenibilità? si ritrovano a registrare forti perdite finanziare e, talvolta, incontrano non poche difficoltà nell?ottenere la restituzione dei prestiti erogati. Tuttavia, sebbene nel sistema creditizio sia ormai diffusa la consapevolezza che i suddetti rischi possono influenzare il costo del denaro, mancano ancora strumenti di misurazione quantitativa degli stessi. E ciò si riflette nella difficoltà degli operatori a distinguere tra rischi ambientali e rischi di natura finanziaria. Molta strada, quindi, rimane da fare.

È quanto emerge, in sintesi, dallo studio I fattori di rischio ambientale nel settore del credito, realizzato da Friends Ivory & Sime (dall?1 ottobre ha preso il nome di Isis), leader in Europa negli investimenti socialmente responsabili con 100 miliardi di euro di asset gestiti.

La ricerca ha interessato dieci grandi gruppi con una duplice caratteristica: la loro sede centrale si trova nell?Europa occidentale e i loro titoli sono nel portafoglio di Isis.

Suddivise in tre grandi gruppi, a seconda del grado di implementazione del fattore ambiente nelle proprie strategie (Starting grid, Chasing Pack, e Race leaders) e ?indagate? su quattro macro aree di riferimento (scopi, metodi, motivazioni e management delle politiche ecologiche) tutte e dieci le banche dichiarano di aver intrapreso (seppur a vario titolo) il cammino della sostenibilità e concordano sul fatto che essa condiziona significativamente la redditività, migliorando la customer satisfaction.

Sei banche, inoltre, offrono prodotti specifici legati al ?verde? e tra questi spicca il gruppo Unicredito italiano, unico a prevedere linee di credito agevolato per le aziende che scelgono la via della certificazione ambientale. Manca ancora però, nel complesso, un dialogo costante su questi temi con gli stakeholder, per esempio con gli attivisti delle associazioni ecologiste, (anche se Barclays, Lloyds Tsb e Credit Suisse sono piuttosto avanti), così come difetta la circolazione di informazioni all?interno delle strutture.

Come fare, allora, per migliorare in banca il livello generale di conoscenza dei temi legati al rischio ambientale? Gli istituti di credito non hanno dubbi: bisogna intervenire sulle legislazioni in materia di fondi pensioni. Si tratta di strumenti finanziari, affermano, che in virtù delle loro elevate implicazioni socio-ambientali, possono esercitare un?influenza culturale molto forte sugli operatori e indurli, quindi, a mettere in campo nuove politiche creditizie. L?ipotesi è suggestiva, ma la domanda che sorge è d?obbligo: ne siamo sicuri? E se fosse solo una scusa?

Le banche dello studio
Barclays Bank
Credit Suisse Group
HSBC
ING Group
Lloyds TSB
Royal Bank of Scotland
Santander Central Hispano
Société Générale
Standard Chartered
UniCredito Italiano

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