Non profit

Non è un’eccezione, è una nuova regola

Il 5 per mille visto dal presidente di Cittadinanzattiva, di Giuseppe Frangi

di Giuseppe Frangi

Il 5 per mille ha una base teorica paracostituzionale. Parola di Gregorio Arena, docente di Diritto amministrativo all?università di Trento e presidente di Cittadinanzattiva. Arena ne è convinto e con la chiarezza del fine giurista qual è ci invita a seguirlo nel suo ragionamento. Vita: Com?è arrivato a questa conclusione? Gregorio Arena: Ragionando mi sono convinto che il 5 per mille ha la stessa base teorica del principio di sussidiarietà dell?articolo 118, ultimo comma. Per spiegarmi le faccio un paragone: il 5 per mille sta al sistema fiscale tradizionale come lo scaldabagno solare sta allo scaldabagno elettrico. Il primo è frutto di un processo elementare, il secondo invece è frutto di un processo molto lungo e laborioso che parte dalle fonti di energia e arriva alla resistenza che scalda l?acqua. Nel sistema fiscale tradizionale succede la stessa cosa: lo Stato usa questi soldi per far funzionare degli apparati complessi, costosi e spesso inefficienti, che a loro volta mi danno questo servizio. Nel 5 per mille invece io non delego a qualcun altro l?uso dei miei soldi, ma li do direttamente a chi io penso stia fornendo dei servizi importanti, che magari mi riguardano direttamente. Quindi scelgo di non passare attraverso un apparato che alla fine mi fornisce questo servizio. Questo è assimilabile al principio di sussidiarietà in base al quale i cittadini usano di capacità e risorse per prendersi cura di beni comuni nell?interesse generale. La base teorica è chiarissima: non c?è la delega ma c?è assunzione di responsabilità diretta. Vita: Un contribuente ?attivo?, insomma? Arena: Sì, il contribuente che nel sistema fiscale normale è un contribuente rassegnato (dà i soldi a un apparato), diventa contribuente attivo e consapevole. Questo è un fattore molto importante, perché significa che il 5 per mille si inserisce in una tendenza storica molto forte di assunzione di responsabilità dei cittadini attraverso scelte non egoistiche. Così come io ho definito la cittadinanza attiva una forma di libertà solidale, anche il 5 per mille è una forma di libertà solidale. Non è quindi un?eccezione alla fiscalità, ma si inserisce dentro un trend molto più ampio che è quello dell?assunzione della responsabilità diretta e di superamento del principio della delega. La vera differenza è come nello scaldabagno solare: c?è un rapporto diretto con chi fa le cose. E questo rapporto diretto fa davvero la differenza. Vita: Si può fare anche un ragionamento in termini di maggiore efficienza? Arena: Certamente. Vorrei sapere ogni 10 euro di tasse quanti vanno a far funzionare l?apparato e quanti vanno a fornire il servizio. Il rendimento energetico delle tasse è molto più basso di quello del 5 per mille. Gli enti non profit hanno apparati più leggeri ed essendo più corto il rapporto, io ho anche possibilità di controllare meglio la loro efficienza. Non sono un economista ma non credo di sbagliare, se è vero che il 70% dei fondi dello Stato serve a far funzionare l?apparato e il 30% finisce ai servizi. Vita: La frammentazione della platea può essere un limite? Arena: No, se questa rende i rapporti più corti. E quindi rende più facile il controllo. Controllo che è cruciale per fare del 5 per mille uno strumento vincente. Niente di peggio se venisse fuori che questi soldi vengono usati come l?8 per mille dello Stato: sarebbe drammatico in termini di calo di fiducia. La responsabilità che viene attribuita agli enti non profit è ancora più forte e quindi deve essere usata nel modo giusto perché non ricevono solo soldi ma anche fiducia.


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