Non profit

Ma quel tetto soffoca la libera scelta

Parla Luca Antonini, il 'padre' dello sfruttamento fiscale: l'ammontare del 5 per mille dovrebbe essere deciso dai cittadini. Di Benedetta Verrini

di Benedetta Verrini

«È opportuno che sia salvato il meccanismo, certo. Ma devo dirlo: se gli verrà imposto un tetto, magari proprio il plafond minimo di cui si parla in queste ore, il 5 per mille viene salvato solo a metà». Luca Antonini, ordinario di Diritto costituzionale tributario all?università di Padova, ?padre? dello strumento di sostegno fiscale al non profit che ha fatto boom nelle dichiarazioni dei redditi di quest?anno, guarda con estrema preoccupazione alla nuova Finanziaria. Perché, dice, «non è stata scritta con una filosofia di sussidiarietà, ma va nella direzione contraria, quella centralizzatrice e dirigistica».

Vita: Cosa non va, professore?
Luca Antonini: Prendiamo ad esempio proprio il 5 per mille: prevede che una maggiore quota d?imposta sia determinata (e spesa) sulla base di una libera scelta del cittadino. È uno strumento di assoluta modernizzazione del Paese che ora rischia di essere ?sterilizzato?. Perché invece di potenziare e migliorare il 5 per mille, la nuova Finanziaria ha previsto 30 nuovi fondi. Sappiamo tutti che i fondi vengono gestiti dai ministeri, secondo logiche spesso discrezionali o a pioggia. Ora, rispetto a uno strumento che dà al cittadino piena voce in capitolo su quale sia la spesa sociale che va finanziata e quale no, la logica dei fondi non ha nulla di premiale e non favorisce lo sviluppo.

Vita: Da questo dipende la difficoltà nel riconfermare il 5 per mille e nel trovargli un plafond di risorse?
Antonini: Certamente. La precedente Finanziaria aveva semplicemente espresso una stima sul ?quantum? sarebbe occorso, indicando un minimo di 270 milioni, corrispondenti a un 41% di adesioni. Non era stato fissato alcun tetto e, alla fine, l?adesione più alta della stima, pari al 60% dei cittadini, porterà a destinare probabilmente almeno 450 milioni di euro. Ciò dimostra che gli italiani, se sanno dove vanno i loro soldi, li spendono volentieri. Ma la nuova Finanziaria, prevedendo un tetto massimo che dimezza, di fatto, l?importo del 5 per mille, sembra voler dare un semplice ?contentino?. Qui non ci dovrebbe essere alcun plafond: l?ammontare del 5 per mille dovrebbe dipendere dall?adesione dei cittadini e non essere deciso in modo dirigistico dall?alto.

Vita: Da più parti si dice, in ogni caso, che il meccanismo del 5 per mille dovrebbe essere migliorato. È d?accordo?
Antonini: Sì. Penso che uno dei principali miglioramenti potrebbe essere realizzato, ad esempio, evitando di mettere in competizione settori fra loro eterogenei. L?evoluzione ideale sarebbe quella di creare un 5 per mille per ciascun comparto specifico: uno per il non profit, uno per la ricerca scientifica e uno per quella sanitaria, uno per gli enti locali. Ovviamente, ciò implicherebbe l?aumento delle risorse messe in gioco: un 5 per mille per quattro settori, cioè uno 0,2%. Questo è un meccanismo di sostituzione, cioè alla spesa generica, quella di un finanziamento ai servizi sociali o alla ricerca a pioggia, sostituiamo una spesa intelligente, dove l?intelligenza è il giudizio del cittadino-utente del servizio. Il 5 per mille non è un meccanismo aggiuntivo, che aggiunge altra spesa pubblica, ma un meccanismo di razionalizzazione della spesa pubblica: è chiaro che ci vuole gradualità per realizzarlo.

Vita: Cosa pensa delle critiche al grande – eccessivo, si dice – numero dei possibili beneficiari?
Antonini: Non credo ci debbano essere discriminazioni: se è il cittadino che decide, la partita si gioca su un piano di responsabilizzazione e trasparenza. Tutti i soggetti, anche gli enti locali, si devono ?guadagnare? il 5 per mille: perciò dovranno dimostrare di aver utilizzato bene queste risorse, a pena di essere ignorati l?anno successivo.

Vita: E le preoccupazioni sulla rendicontazione? Si è proposto di dare all?Agenzia onlus responsabilità di controllo.
Antonini: Il controllo ci vuole e per questo sarebbe necessario anche potenziare l?Agenzia. Vorrei evitare paradossi: non si può chiedere a una piccola associazione una rendicontazione rigorosissima che costerebbe di più delle stesse risorse raccolte con il 5 per mille. I migliori controllori restano i cittadini, in un sistema di democrazia in cui il servizio più efficiente ed efficace viene preferito, anno dopo anno, senza spreco di soldi.

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