Mondo

Tg1: uno speciale dedicato all’Africa

Andrà in onda domenica alle 23,25 su Raiuno "Contrasto africano", uno speciale Tg1 all'indomani dell'apertura della nuova sede Rai in Kenya.

di Emanuela Citterio

Si chiama “Contrasto africano”. E’ lo Speciale Tg1 dedicato all’Africa, che andrà in onda domenica alle 23,25 su Raiuno e che vuol essere un viaggio alla scoperta dei contrasti, dei tanti volti del ” continente nero”. Lo Speciale Tg1 arriva all’indomani dell’apertura della nuova sede di corrispondenza della Rai a Nairobi, in Kenia, affidata a Enzo Nucci. I contenuti della trasmissione di domenica sera sono stati illustrati in una conferenza a viale Mazzini, riferisce l’agenzia Agi, cui hanno preso parte il vicedirettore del Tg1, Fabrizio Ferragni, che è uno dei responsabili del programma, la coordinatrice Barbara Modesti e alcuni dei cinque giornalisti che hanno realizzato i servizi in cui è suddiviso lo Speciale Tg1 (Silvia Luzi, che ha curato la parte relativa all’Italia; Alessandra Mancuso, che ha seguito la parte relativa al Sudan e al Darfur; Franco Di Mare, per la parte sul Sudafrica). Assenti giustificati lo stesso Nucci, che si trova ovviamente in Kenia e che pero’ in questa circostanza si è occupato della Somalia, primo giornalista occidentale ad entrare in quel Paese dopo l’assassinio nei mesi scorsi di un reporter svedese, e Marilù Lucrezio, che ha curato un servizio tutto particolare, dedicato ad una Tunisia inedita: sta diventando terra di turismo abbinato alla chirurgia estetica, con medici di formazione italiana, francese e inglese che operano in cliniche di lusso specializzate nel lifting. Da segnalare inoltre che lo Speciale Tg1 viene introdotto da brevi video concessi dall’Ong Amref Italia e che sono stati girati da ragazzi di Nairobi con telecamerine. La trasmissione – ha spiegato Ferragni – “è stata sollecitata dalla direzione generale Rai”, a testimonianza dell’attenzione di viale Mazzini verso il continente africano e le sue problematiche ed anche le sue ricchezze di costumi e tradizioni e le sue bellezze naturali fatte di paesaggi mozzafiato. Come quelli del Sudafrica, paese – ha aggiunto Franco Di Mare – che costituisce “la speranza del continente e dove gli investitori stranieri restano e non scappano, e dove l’economia cresce”. Ma è anche l’Africa del Darfur, dove – ha spiegato Alessandra Mancuso – occorre avere molta cautela nel muoversi, “nel campo profughi siamo entrati senza scorta, perchè diversamente avremmo messo a repentaglio la vita degli altri”. Darfur significa dire Sudan, il Paese che ingloba la regione, e lì arrivano a frotte i cinesi, come pure stanno facendo in altre aree del continente per sfruttare le risorse petrolifere, ha aggiunto la coordinatrice Barbara Modesti, spiegando che negli obiettivi iniziali c’era anche un viaggio in Nigeria “ma la situazione li’ e’ di estremo rischio”. Ma cio’ non ha tolto spessore al viaggio – ha detto ancora – in un continente difficile e complesso da spiegare, con i contrasti che lo caratterizzano. E l’Italia fotografa alcuni di questi contrasti, perche’ ci sono africani disperati che sbarcano a Lampedusa ma anche africani che non sono solo quelli assoldati per la raccolta dei pomodori nei campi e sono quelli di seconda generazione e che pensano di avere figli “con cognome italiano, anche se vorro’ spiegare ai miei figli perche’ io ho un nome africano”. Alla conferenza stampa era presente anche una esponente dell’Usigrai, Maxia Zandonai, in rappresentanza del segretario nazionale, per sottolineare – ha spiegato – che “il sindacato dei giornalisti Rai ha sempre appoggiato l’apertura di una sede in Africa. Ora chiediamo all’azienda di utilizzare per davvero questa sede e monitorare quanta parte dell’informazione dei telegiornali viene dedicata all’Africa”. Tra l’altro – ha aggiunto – la Rai è l’unica testata italiana che oggi abbia lì una sede fissa e “certamente farà da traino ad altre testate, anche alle piu’ importanti della carta stampa italiana”. Ma al tempo stesso la Rai e’ a rimorchio – a conferma del ritardo accumulato – di altre grosse reti televisive, non solo europee, che hanno invece gia’ da tempo una sede fissa in Africa.


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