Welfare

Csm: ora serve l’amnistia

Il plenum del Consiglio superiore della magistratura approva all'unanimità il parere sull'indulto

di Redazione

I magistrati puntano all’amnistia. Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, infatti, ha approvato oggi all’unanimità il parere sull’indulto. Partendo dalle stime fornite dai presidenti e procuratori generali delle maggiori corti d’appello (l’80% dei procedimenti pendenti potrebbe concludersi con pena condonata), il Csm sostiene di non avere gli strumenti per indicare criteri di priorità per i processi non toccati da indulto, strada percorribile solo con un “appropriato intervento legislativo”. I 17 indulti concessi nella storia repubblicana, si sottolinea inoltre nel documento, “sono sempre stati accompagnati da corrispondenti amnistie”, provvedimento che permette “di limitare la trattazione dei processi per reati interamente coperti da indulto ai soli casi in cui permane un significativo interesse sociale”. Sulla questione era intervenuto il segretario dell’Anm, Nello Rossi, in un’intervista a ‘La Repubblica’. ”Sul piano tecnico”, sostiene Rossi “non vedo altra via per rimediare che un’amnistia. Un provvedimento selettivo, e non un indiscriminato colpo di spugna, che escluda dal suo ambito i piu’ gravi reati economici, i fatti di corruzione e i reati che colpiscono interessi collettivi per i quali l’accertamento del giudice penale resta comunque indispensabile”. Quanto all’ipotesi di odinare ai giudici di fare prima i processi non coperti da indulto, Rossi spiega: ”Il Csm ha gia’ risposto. Senza un intervento delle legislature il danno potra’ essere solo ‘ridotto’ attraverso attente scelte di natura organizzativa compiute dai capi degli uffici, scelte certamente utili ma di per se’ non risolutive”.


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