Famiglia
Mosca: apre la casa per i piccoli malati
Ottimo risultato per "Aiutateci a salvare i bambini": l'associazione trentina ha inaugurato una foresteria per le famiglie dei bambini ricoverati nella clinica pediatrica che cura i tumori
Una casetta rossa, appena fuori Mosca, è un miracolo di solidarietà tutto italiano. È costata quasi mezzo milione di euro e sarà ?casa? per 40 bambini malati di tumore che per vincere la loro battaglia contro la malattia hanno affrontato migliaia di chilometri attraverso la Russia. Per arrivare alla Clinica pediatrica Rdkb della capitale, l?unica con reparti di oncoematologia e di trapianto di midollo, molti genitori vendono casa e si indebitano, e una volta a Mosca spesso dormono in alloggi di fortuna o nelle stazioni ferroviarie.
«Da tempo conoscevamo questa situazione di emergenza attraverso il nostro partner russo, il Gruppo di volontariato Padre Aleksander Men?, che lavora nella clinica», racconta Ennio Bordato, presidente dell?associazione Aiutateci a salvare i bambini. In tempi di marketing aggressivo e campagne mediatiche, questa onlus trentina è andata controcorrente: puntando su una comunicazione ridotta al minimo indispensabile sul proprio sito e sul più classico dei ?passaparola?, in un paio d?anni è riuscita a mettere insieme 470mila euro per acquistare una foresteria a uso dei piccoli pazienti.
«Sarà una base d?appoggio per le famiglie in difficoltà», spiega Bordato, «e consentirà a tanti bambini venuti da lontano di proseguire le cure a Mosca senza occupare un ?prezioso? posto letto in clinica per lunghi mesi».
Il primo mattone è arrivato da La Fabbrica del Sorriso, il programma di Mediafriends che nel 2004 ha sostenuto i progetti di 40 associazioni, fra cui Aiutateci a salvare i bambini. «Con quel primo finanziamento di 160mila euro abbiamo capito che potevamo farcela», dice Bordato. «Poi è iniziata la ricerca di altri donatori: abbiamo potuto contare sull?aiuto della Provincia autonoma di Trento, alcune aziende come Chicco e Merloni, e soprattutto tanti privati». L?aspetto più delicato, però, restava il ?fronte? russo: «L?acquisto di un immobile non è cosa da poco in un Paese straniero e a così grande distanza.
Per questo abbiamo investito su un contratto a progetto per una persona italiana che è andata a vivere a Mosca e ha coordinato i lavori sul posto». Ora la foresteria è stata donata al Gruppo di volontariato Padre Aleksander Men?. «Si occuperanno di tutto», spiega, «dal pagamento delle bollette alla selezione degli ospiti in collaborazione con il personale medico della clinica».
La partnership tra le due associazioni di volontari russi e italiani è «fondamentale per operare efficacemente ed essere certi che le risorse raccolte in Italia vadano davvero a buon fine». Ma come tenere viva la sensibilità sul tema? «La strategia vincente, per noi, è quella di usare il sito come una finestra con cui i bambini malati e i genitori si raccontano al resto del mondo». A Vanja, ad Artem, a Zumrud e a tutti i piccoli che pubblicano la loro fotografia e la loro storia sul sito dell?associazione, rispondono ogni giorno tanti italiani.
Il taglio del nastro della nuova foresteria (in foto Ennio Bordato), in località Krasnopachorskij Bereska. Ha tre piani, 21 stanze e 42 posti letto. Ora l?associazione guarda a nuove sfide: un progetto di screening e sostegno all?adozione di orfani con problemi psico-fisici e la formazione in Italia di un genetista della clinica Rdkb sulla mucoviscidosi.
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